Il traffico dei farmaci via Internet

“Cercate medicinali che non sono in vendita nel vostro paese? Avete bisogno di un farmaco fuori commercio, o che in commercio non è mai stato? Noi possiamo aiutarvi!” E’ con slogan come questo che molte farmacie su Internet accolgono chi si muove nella rete telematica. Lasciando intendere che anche una persona invisibile, come quella che si cela dietro un computer, può ordinare farmaci di ogni genere da paesi stranieri. Per verificarlo è bastato spingersi oltre una navigazione superficiale e acquistare davvero le medicine.

La strategia è stata semplice: per trovare i siti giusti è bastato affidarsi ai normali motori di ricerca attivati su specifiche parole chiave: “farmacie”, “salute”, o nomi di farmaci. Poi un’occhiata ai siti dei club di malati di Aids, quelli delle associazioni di fitness e di medicina naturale, quelli dei body-builders, dei santoni delle medicine alternative o delle cure ormonali.

Trovati i siti giusti, non restava che inventare un paziente virtuale che ordinasse le medicine. Lo abbiamo battezzato Luca Galileo. Scelta sfacciata, perché il nostro Galileo, Giornale di Scienza e Problemi Globali, ha lo stesso e-mail e numero di fax dell’omonimo signor Luca. Per smascherarlo, sarebbe bastato controllare su un motore di ricerca. Ma nessuno lo ha fatto.

E Luca Galileo ha proceduto indisturbato in un mondo ambiguo, i cui protagonisti sono a centinaia di chilometri di distanza e si nascondono dietro un anonimo indirizzo di posta elettronica. La realtà emersa si è dimostrata meno “virtuale” del previsto. La buca delle lettere del signor Galileo si è presto riempita di psicofarmaci, cardiovascolari, antiparkinsoniani, melatonina, Dhea, testosterone. Strane medicine senza patria che hanno attraversato molti confini prima di arrivare a destinazione. Passando le frontiere in incognito, spesso senza la confezione o il foglietto illustrativo. In qualche caso, il loro è stato un viaggio di ritorno. Alcuni farmaci sono partiti dall’Italia, chissà come e chissà quando, magari violando la legge, e sono tornati sul suolo patrio.

Gli acquisti del signor Galileo
Il signor Galileo si rivolge innanzitutto alla New Way International per vedere se la ditta americana, già additata all’attenzione del pubblico da Le Monde, usi più cautele nel vendere i suoi preparati. Macché: basta inviare un assegno e l’indirizzo, per ricevere a casa il Dhea, di cui Galileo ha ordinato 120 compresse. Ricetta medica? Non c’è bisogno, è solo una smart drug, una di quelle sostanze che secondo la propaganda riuscirebbbero a rinvigorire la memoria, risolvere i disturbi del sonno e persino sviluppare l’intelligenza.

Ben più interessate è ciò che si trova nel sito della britannica International Antiaging Systems. Dal minoxidil, la celebre lozione anti-calvizie, ai farmaci anti-parkinson, all’L-triptofano e al Ghb, due tra le smart drug più in voga . Dalla yohimbina, miracolosa per l’impotenza ma che può precipitarti in una crisi di ansia, alla vasopressina che alcuni sniffano come surrogato della coca. E, dulcis in fundo, lo psicofarmaco più caro agli americani, il Prozac, e la desfenfluramina, anoressizzante dall’effetto simile a quello delle amfetamine. Entrambi, ovviamente, non ottenibili in Italia senza ricetta medica. Luca Galileo invece li richiede scrivendo poche righe sullo schermo del suo computer. Gli è stato sufficiente dichiarare che ne avrebbe fatto uso personale e sotto consiglio di un medico.

Altrettanto interessante si rivela il catalogo di un’altra società inglese, la Quality Health Inc. Dopo una rapida occhiata alle smart drugs e agli integratori alimentari, Galileo decide di ordinare tavolette di Inderal (propanololo), un farmaco cardiovascolare piuttosto potente, difantoina (fenitoina), parlodel (bromocriptina). E, a dimostrare che si possono ottenere anche sostanze non distribuite in Italia, 120 compresse di melatonina.

L’ultimo acquisto importante di Mr. Galileo è quello del testosterone in compresse. Dalla svizzera Victoria Pharmacy hanno risposto che l’avrebbero spedito solo se avessero ricevuto, oltre alla ricetta, una dichiarazione in cui il medico curante di Luca Galileo affermava che il potente ormone sarebbe stato utilizzato per scopi terapeutici. A Luca Galileo è bastato navigare un po’ più in là, oltre la Manica. Per Mr. David Dymond, della inglese Vitality Health Products, spedire del testosterone in Italia non è un problema. E’ sufficiente che riceva un assegno e una dichiarazione in cui la ditta viene sollevata da ogni responsabilità.

Arrivano i pacchi… e le sorprese
Efficienza britannica: è il pacco della Quality Health il primo ad arrivare. O meglio, quello che arriva è uno strano pacco anonimo che riporta la dicitura “Doni per un valore di 50 dollari”. E’ spedito dalle Channel Islands, un paradiso fiscale nel Canale della Manica. Dentro, le medicine che Luca Galileo ha ordinato alla Quality Health e un foglietto fotocopiato riportante alcune precauzioni d’uso.

Ma le sorprese non sono finite. La melatonina sintetica è confezionata per conto della Quality Health nelle isole Turks e Caicos, un minuscolo arcipelago britannico a est di Cuba. L’inderal è prodotto dalla belga Zeneca e anche la difantoina viene dal Belgio. E’ prodotta ad Anversa dai laboratori Wolfs.

Il Parlodel invece è in una confezione che riporta il marchio Sandoz Italia. Una confezione che sul retro ha un adesivo con la dicitura “per enti ed ospedali. Vietata la vendita al pubblico”, come se quella scatola di parlodel non avesse mai dovuto essere messa in commercio. Inoltre la medicina in questione risulta fuorilegge. Non per il principio attivo ma per il foglietto illustrativo che la consiglia alle donne che vogliono interrompere l’allattamento. Dopo alcune segnalazioni di seri disturbi circolatori nel cervello di pazienti che l’avevano usata a questo scopo, diversi Paesi hanno deciso revocare quest’indicazione. Analoga decisione è stata presa in Italia dopo la denuncia e il dossier presentati dalla Federconsumatori alla Commissione Unica del Farmaco. Tutte le confezioni di parlodel avrebbero dovuto essere ritirate. Chissà quante invece sono arrivate nei magazzini della Quality Health e da lì smistate in tutto il mondo.

Pochi giorni dopo arriva una lettera da Bristol, questa volta su carta intestata della Quality Health. C’è un modulo precompilato e l’invito a ordinare d’ora in poi i loro prodotti per lettera anziché via Internet. “Grazie per il vostro ordine”, scrivono, “per i prossimi acquisti utilizzate il numero di identificazione 20472”.

L’autunno scorso il Ministero della Sanità britannico ha avvisato la Quality Health Inc. di aver violato la legge con le sue attività commerciali. La Qhi ha risposto con un comunicato stampa in cui affermava di non essere una società di diritto inglese e di non svolgere la sua attività sul territorio del Regno Unito. E in effetti se si va al numero 30 di Margaret Street a Londra ci si imbatte in una serie di uffici al primo piano, sopra una libreria Dillon. Ma nessuno degli uffici risponde al nome di Quality Health. Un nome che risulta sconosciuto anche alla compagnia dei telefoni britannica. Secondo la British Telecom la Quality Health non ha alcun recapito telefonico a Londra e il numero di fax che compare sul loro sito è inesistente. Ma soprattutto nel comunicato dell’autunno scorso la Quality Health si difendeva precisando di non accettare alcuna ordinazione di farmaci tramite il sito Internet. Strano, visto che il sito è proprio quello cui Luca Galileo ha inviato la sua richiesta.

Strategia simile è quella della International Antiaging Systems. Il pacco anonimo riporta il timbro “stampe”. All’interno ci sono le pasticche di Prozac e desfenfluramina prive di confezione, e dunque senza una data di scadenza. La Ias ha infatti spedito solo le medicine e i foglietti illustrativi. Quanto basta comunque per capire che il Prozac è prodotto in Italia, negli stabilimenti di Sesto Fiorentino della Eli-Lilly.

Alcuni giorni dopo arriva una lettera dall’Inghilterra con il catalogo dei prodotti distribuiti dalla Ias. E’ assai più ricco di quello che si può consultare in rete. Anche in questo caso moduli prestampati e l’invito a ordinare attraverso la posta tradizionale. Cercare il recapito inglese della società è inutile, c’è solo il numero di fax. Ma a ben guardare un indirizzo lo si trova: 8 Rue Imberty, 98000 Monaco, Principato di Monaco. Paradiso fiscale, come le Channel Islands.

Passano ancora molti giorni prima che arrivi il pacco della Vitality Health Products. Il ritardo è facilmente spiegato. L’ordine del testosterone era stato inviato in Inghilterra, ma sul pacco, anonimo come al solito, i francobolli e il timbro sono thailandesi. E forse non è un caso che l’ormone sessuale arrivi da un paese senza regole e che del sesso ha fatto un’industria nazionale. Dentro, il testosterone è quello prodotto dalla Organon, una multinazionale con sede centrale in Olanda e filiali in 65 paesi.

Le reazioni
Anche chi si occupa da decenni di farmaci e sanità cade dalle nuvole quando viene a conoscenza dell’esperimento di Luca Galileo. I pochi che sanno della vendita di medicine via Internet lo sanno per sentito dire. Le associazioni dei farmacisti e delle case farmaceutiche prendono tempo perché vogliono documentarsi.

Il Ministero della Sanità sostiene di avere già avvertito i carabinieri del Nas. Ma dal Nucleo Antisofisticazione e Sanità fanno sapere che le indagini saranno lunghe e difficili, anche perché loro non hanno accesso a Internet. Le case farmaceutiche coinvolte fanno capire di voler lavare i panni sporchi in famiglia e chiedono i numeri di lotto impressi sulle confezioni delle medicine per ricostruire il loro percorso.

Alla Sandoz Italia si stupiscono che il loro Parlodel, escluso dal commercio per un errore nella confezione e per di più destinato agli ospedali, sia uscito dall’Italia per poi rientrarvi in un pacco anonimo. E oltre allo stupore la preoccupazione. “Il produttore”, dice Carlo Piria, dell’ufficio legale della Sandoz Italia, ”è responsabile dei danni derivanti dall’uso del farmaco e quindi ogni sistema illegale di vendita, soprattutto se rivolto direttamente al pubblico, è contrario ai suoi interessi”.

La Eli-Lilly, produttrice del Prozac, avvia un’indagine e dice di avere già qualche sospetto sul grossista che ha dirottato il potente psicofarmaco dal circuito ufficiale. Già, perché sembrano proprio i grossisti l’anello debole della catena di distribuzione dei farmaci. E quelli italiani, grazie ai prezzi imposti dallo Stato, hanno nei loro magazzini i farmaci più a buon mercato di tutta Europa. I loro colleghi stranieri fanno la fila per acquistare le medicine made in Italy e rivenderle nei loro paesi. Anche così si spiega l’abbondanza di prodotti italiani nelle cyber-farmacie.

Coloro che propongono medicine su Internet con invitanti home page sono probabilmente grossisti internazionali, abili e ben organizzati nel reperire su tutto il mercato mondiale qualsiasi medicamento. Una macchina complessa, nata ben prima che la rete telematica facesse balenare a molti l’ipotesi di lauti guadagni. In Inghilterra la vendita di farmaci per corrispondenza esiste infatti da decenni, secondo alcuni perché medici e farmacisti britannici sono più rigidi che altrove nel rilasciare ricette e medicine. Non a caso tre delle società che hanno spedito medicine a Luca Galielo risiedono nel Regno Unito.

Internet sarebbe dunque solo un vetrina a cui hanno accesso decine di milioni di potenziali clienti. Una vetrina senza regole o con regole tanto antiquate da risultare inutili.

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