Dicke, intuì l’eco del Big-Bang

La comunità scientifica ha perso questa settimana una delle sue menti più originali ed eccentriche. E’ morto a Princeton, negli Stati Uniti, il fisico Robert H. Dicke. Aveva 80 anni. Ad ucciderlo sono state delle complicazioni del morbo di Parkinson, malattia di cui soffriva da diversi anni.

Professore all’università di Princeton, Dicke era noto soprattutto per aver previsto nel 1964 l’esistenza della radiazione cosmica di fondo. Sulla base della teoria del Big Bang formulata da George Gamow nel 1948, Dicke ipotizzò l’esistenza di una sorta di eco dell’esplosione che dette inizio all’Universo, un’eco “udibile” ancora oggi. Secondo lo studioso, la violenza dell’esplosione iniziale doveva essersi via via attenuata fino a diventare un “mare” di radiazione elettromagnetica che pervade tutto l’Universo.

Che la sua ipotesi fosse esatta, Dicke lo avrebbe saputo solo più tardi, quando, mentre con i suoi studenti costruiva un’antenna a microonde per rivelarla, due tecnici dei laboratori telefonici Bell, Arno Penzias e Robert Wilson, intercettarono per caso la radiazione di fondo. Per la scoperta, i due conquistarono il Premio Nobel. A Dicke restò solo l’ammirazione dei colleghi.

Come scienziato confidò sempre in modo assoluto nell’empirismo e nell’importanza delle verifiche sperimentali. Proprio sulla base di questo fu uno dei pochi fisici a mostrarsi sempre scettico verso la teoria della relatività generale di Einstein, del quale criticava la eccessiva fede in una teoria semplice ed elegante, ma dal debole supporto sperimentale.

Nel 1961, influenzato dalle idee del fisico e filosofo positivista del ‘900 Ernst Mach, critico della nozione newoniana di spazio vuoto, formulò insieme al suo studente Carl Brans una teoria alternativa della gravitazione, ora nota con il nome di teoria di Brans-Dicke.

Secondo questa teoria, oltre al campo di forze gravitazionali che, secondo la teoria di Einstein, causa localmente la curvatura dello spazio-tempo, le galassie lontane creano un campo di forze a lungo raggio. La forza di gravità è così influenzata da punto a punto, mentre la “costante” di gravitazione di Newton, risulta variabile nello spazio e nel tempo.

Questa visione alternativa alla teoria einsteiniana ha permesso ad una intera generazione di cosmologi di confrontarsi costantemente con due punti di vista diversi, e dunque di progettare sempre nuove verifiche sperimentali per l’una o per l’altra teoria.

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