Tornano le Leonidi, sarà tempesta

Dopo 33 anni di assenza, sta per tornare la “tempesta delle Leonidi”. La tranquilla pioggia di stelle cadenti, abitualmente associata allo sciame di novembre, nel 1998 si trasformerà in un vero e proprio uragano, mettendo in serio pericolo l’intera popolazione di satelliti artificiali che circonda la Terra. Un possibile danno da 100 miliardi di dollari. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi dal fisico dei meteoriti Peter Brown, durante i lavori del Meeting dell’American Geophysical Union a Baltimora, negli Stati Uniti.

L’enorme sviluppo tecnologico e la globalizzazione delle telecomunicazioni avvenuti negli ultimi anni hanno costellato lo spazio attorno alla Terra di miriadi di satelliti, divenuti ormai strumenti necessari per la vita quotidiana dell’intero pianeta. Ma proprio perché abitanti dello spazio, questi satelliti sono esposti alle intemperie dell’ambiente in cui si trovano, completamente privi dello schermo protettivo rappresentato dall’atmosfera terrestre.

Il problema della sicurezza di questi dispositivi è già noto da tempo agli scienziati, ma, almeno secondo Brown, l’arrivo delle Leonidi nel novembre ‘98 potrebbe avere una portata senza precedenti. In quella occasione, i satelliti saranno soggetti a un vero e proprio bombardamento di micrometeoriti e i danni, anche se non del tutto prevedibili, saranno certamente notevoli.

Le tempeste di meteoriti sono eventi molto rari e che esercitano un grande fascino. Durante una tempesta il numero di bagliori che solcano il cielo può passare da poche centinaia a qualche migliaio all’ora. Un simile fuoco pirotecnico è quanto gli scienziati prevedono che si verificherà per la “pioggia” associata alle Leonidi del 1998.

Le Leonidi sono originate dalle particelle di polvere lasciate dalla cometa periodica P/Temple-Tuttle lungo la sua orbita. Ogni 33 anni la P/Temple-Tuttle rincontra la Terra, seguendo un’orbita che, dalla zona di Urano, la porta molto vicina al nostro pianeta. In corrispondenza di ogni passaggio la quantità di polveri espulse dalla cometa si aggiunge a ciò che è rimasto dai passaggi precedenti. Quando la Terra attraversa questo spicchio di spazio denso di briciole di cometa subisce un “bombardamento” più intenso del normale. La prossima volta accadrà appunto nel novembre ‘98 e la cometa sarà transitata appena da qualche mese.

Sarà questo il momento critico per i satelliti dislocati attorno alla Terra: ogni granellino di polvere, urtando contro il satellite a una velocità maggiore di quella di un proiettile, creerà un gas di particelle cariche elettricamente micidiale per le delicate apparecchiature elettroniche in orbita. Le potrebbe rendere temporaneamente inutilizzabili o, nel peggiore dei casi, distruggerle. Secondo Peter Brown, la probabilità che questo avvenga per un singolo satellite è bassa, anche in caso di una tempesta di meteoriti estremamente violenta. Tuttavia, dato il numero dei satelliti oggi in orbita, l’impatto fra un micrometeorite e un membro della flotta è quasi certo.

L’ingegneria aerospaziale dovrà quindi fare i conti con i rischi connessi all’ambiente in cui i satelliti del futuro dovranno lavorare. Tuttavia, ora bisogna pensare a come proteggere ciò che è già in orbita. Brown suggerisce un temporaneo black-out dei satelliti, per evitare danni alle apparecchiature elettroniche causati dalle particelle cariche del plasma. Oppure si potrebbero muovere i satelliti per ridurre al minimo le superfici esposte alla minaccia dei micrometeoriti. Un altro problema è legato alla sicurezza degli astronauti che stanno costruendo la stazione spaziale internazionale. Gli scienziati non sanno ancora se e a quali pericoli saranno esposti: la rarità delle tempeste di meteoriti, infatti, non ne ha permesso uno studio approfondito con le moderne tecniche di osservazione, a tal punto che gli stessi scienziati non sanno cosa vedranno e cosa ci si deve aspettare.

Al di là dei problemi connessi alla sicurezza dei satelliti, una cosa è certa: non ci sarà alcun pericolo per gli abitanti della Terra. Quindi non resta che attendere, e prenotare il posto migliore per assistere allo spettacolo

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