Disarmo atomico, l’impegno del Pugwash

Il nome del movimento internazionale Pugwash deriva da un piccolo villaggio sulla costa della Nuova Scozia, in Canada, e nella lingua delle popolazioni native significa “acqua profonda”. A qualcuno potrebbe far ricordare un fumetto britannico degli anni Cinquanta il cui protagonista era un pirata, appunto Captain Pugwash. Ma non c’è alcuna associazione. A Pugwash è nato Cyrus Eaton (1883-1979), finanziere multimilionario e filantropo, interessato alla politica e alla pace. Trasformò la casa natia in un centro di riunioni su vari temi di interesse politico-sociale e offrì nel 1957 la possibilità a un gruppo di scienziati di riunirsi e discutere sul rischio di distruzione nucleare che, con lo sviluppo della Guerra Fredda e delle nuove tecnologie belliche, stava diventando sempre più minaccioso. Da quel momento in poi numerose “Conferenze Pugwash” vennero tenute in vari parti del mondo. Il movimento, che mantenne per i 48 anni successivi il nome del villaggio canadese, è tutt’oggi un’istituzione vitale, in continuo sviluppo ed evoluzione.

Il manifesto di Einstein e Russel

Ma torniamo al 1957, cioè alla prima Conferenza Pugwash segnata dal famoso manifesto scritto nel 1955 da Albert Einstein e Bertrand Russell. Questo documento è un grido d’allarme sul rischio connesso alle armi di distruzione di massa e sulle drammatiche conseguenze delle guerre nell’era nucleare. Tra i firmatari, insieme ad alcuni dei preminenti scienziati del momento, c’era Joseph Rotblat: fisico nucleare polacco, naturalizzato britannico che partecipò, durante la Seconda Guerra Mondiale ai lavori per la costruzione della prima bomba nucleare. Tuttavia quando apparve chiaro che la Germania non sarebbe stata in grado di costruire una sua bomba nucleare, Rotbalt decise che le motivazioni per la realizzazione dell’ordigno americano non sussistevano più, e quindi di abbandonare il Progetto Manhattan. Joseph Rotblat, straordinariamente attivo, è stato per lungo tempo l’anima motrice del movimento Pugwash. Ne è stato segretario generale, presidente e poi presidente emerito. Jo Rotblat e il Movimento Pugwash hanno condiviso il Premio Nobel per la Pace nel 1995.

Partiamo da alcuni punti cruciali del Manifesto Russel-Einstein per capire la natura dell’attività del Pugwash: 1) l’assunto centrale del manifesto è che la guerra, in presenza di armi nucleari (o di distruzioni di massa) è catastroficamente pericolosa e deve essere rifiutata dall’umanità come strumento per la risoluzione delle controversie. L’obiettivo della rinuncia alla guerra deve uscire dalla categoria delle aspirazioni astratte, per entrare nella categoria delle scelte razionali. Con tutte le prospettive di limitazione della sovranità nazionale che questo comporta; 2) il secondo punto riguarda il controllo o più giustamente l’eliminazione delle armi nucleari. Questo è un obiettivo importantissimo che permette, nelle parole del manifesto, di “guadagnare tempo”. E’ un obiettivo che non può essere disgiunto dalla prospettiva di eliminare la guerra, perché, finché vi saranno conflitti, ci sarà sempre l’incentivo per l’acquisizione delle armi nucleari; 3) il manifesto si rivolge poi agli esseri umani senza distinzione. In termini più moderni, è un appello alla “società civile”.

Le distinzioni ideologiche, nazionali o religiose non devono riguardare la necessità di scongiurare il pericolo nucleare. Vi è un ruolo anzi una responsabilità specifica degli scienziati. Quegli stessi scienziati che hanno prodotto la tecnologia utilizzata in questi nuovi strumenti di sterminio devono farsi carico delle responsabilità che ne derivano e hanno l’obbligo morale di informare l’opinione pubblica degli immani rischi che ne derivano. Sulla base di queste motivazioni il Pugwash ha svolto in tutti gli anni della Guerra Fredda una continua azione per: 1) favorire il controllo, la riduzione e possibilmente l’eliminazione delle armi di distruzioni di massa e delle armi nucleari in particolare; 2) promuovere il dialogo tra campi contrapposti con particolare attenzione a quelle situazioni di conflitto (potenziale o reale) in cui sono coinvolti paesi che sono in possesso di armi nucleari o che svolgono programmi per la loro costruzione; 3) costruire una piccola, ma geograficamente estesa, comunità internazionale, non vincolata da convinzioni ideologiche, politiche o religiose, composta da vari esponenti della società civile con una buona rappresentanza di scienziati.

Questa comunità è alla base delle iniziative del movimento Pugwash. Ancora oggi il Pugwash è una delle poche organizzazioni non governative, realmente internazionali, che si occupano di problemi di sicurezza, di disarmo e risoluzione di conflitti, senza fare riferimento in maniera privilegiata a una particolare nazione o a uno specifico gruppo di nazioni. Il movimento Pugwash per molti anni ha svolto un importante ruolo di collegamento tra scienziati, esponenti politici, militari ed esperti delle due parti della cortina di ferro. Il Pugwash ha contribuito in varia misura alla firma di alcuni dei più importanti trattati di disarmo, come il trattato sulla non proliferazione nucleare (NPT), i vari trattati di controllo degli armamenti, il trattato sulla proibizione dei sistemi antimissili (ABM), ecc. Il metodo di azione del Pugwash è sempre stato quello di rivolgersi alla società civile per influire sulle scelte dei governi o delle istituzioni internazionali ufficiali (secondo l’impostazione del Manifesto Russell-Einstein), senza però promuovere direttamente un movimento di massa su ampia scala (ferma restando la possibilità per i suoi membri di impegnarsi a livello individuale in movimenti di varia natura). Inoltre il Pugwash non ha promosso né promuove meeting esclusivi tra responsabili ufficiali di istituzioni o governi, cosa impossibile da attuare vista la sua natura di organizzazione non governativa.

L’azione del Pugwash è stata dunque indirizzata a convincere i governi e le varie istituzioni responsabili (nazionali e internazionali) a sostenere una politica di disarmo e cooperazione. E per farlo utilizza canali per lo più indiretti, contando molto sul ruolo e sulle caratteristiche dei vari gruppi Pugwash nazionali. In sostanza il movimento Pugwash ha generato per molto tempo e genera tuttora quelli che con linguaggio più moderno si chiamano “track II meetings”. Certe condizioni di riservatezza e la garanzia che i punti di vista dei partecipanti alle Conferenze non possano essere riferiti all’esterno senza l’esplicito consenso delle persone interessate, ha garantito un buon livello di franchezza e quindi di funzionalità. Durante la Guerra Fredda il Pugwash è stata una delle poche organizzazioni (se non l’unica) che ha mantenuto costantemente un contatto aperto tra i paesi delle due parti della cortina di ferro e che ha costantemente promosso il disarmo nucleare come obiettivo principale. Per questo al movimento Pugwash e al suo fondatore Joseph Rotblat è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace nel 1995.

Ora la Guerra Fredda è finita e Stati Uniti, Europa Occidentale, Russia e Cina hanno un rapporto di discreta cooperazione pur con qualche oscillazione. Molte, ma non tutte e neanche quasi tutte, le testate nucleari sono state tolte dagli arsenali di Stati Uniti e Russia per essere messe da parte e, tendenzialmente smantellate. Tuttavia i problemi che stavano alla base delle preoccupazioni espresse dal Manifesto Russell-Einstein sono ancora molto lontani dalla soluzione. Cominciamo a parlare dello stato attuale degli armamenti nucleari. Dopo la fine della Guerra Fredda la minaccia nucleare è cambiata per molti aspetti, ma la prospettiva di un mondo libero da queste armi è ancora molto lontana. Il trattato di base che regola il possesso di armi nucleari è il Trattato di Non Proliferazione nucleare (NPT), in vigore dal 1970, indefinitamente esteso nel 1995, e sottoposto a verifica ogni 5 anni (l’ultima è di maggio 2005).

Il trattato NPT è intrinsicamente discriminatorio, perché autorizza certi Stati (che coincidono con i 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU) a mantenere il possesso di armi nucleari mentre vieta il possesso di tali armi a tutti gli altri firmatari (tutti paesi del mondo tranne India, Pakistan, Israele e Corea del Nord, che si è recentemente ritirata). Un trattato chiaramente discriminatorio ha senso solo se la discriminazione è provvisoria. Nelle intenzioni degli estensori del trattato l’unico modo per eliminare la discriminazione era ed è quello di procedere al disarmo nucleare generalizzato. Oggi i paesi nucleari non hanno intenzione di aderire a programmi di disarmo generalizzato. L’ultimo accordo di disarmo tra Stati Uniti e Russia, prevede, per esempio, che nel 2012 vengano mantenute circa 1700-2200 armi nucleari strategiche per parte, senza contare le armi nucleari non intercontinentali e le testate ritirate nei depositi e non distrutte. Diversi paesi, tra cui gli Stati Uniti, non hanno poi intenzione di rinunciare allo sviluppo di nuove armi nucleari né di fare entrare in vigore il trattato che sancisce la proibizione dei test nucleari (Comprehensive Test Ban Treaty, CTBT del 1996).

Molte delle armi nucleari che erano pronte all’uso durante la Guerra Fredda e che hanno più volte minacciato la possibilità di una guerra per errore, sono ancora mantenute in continuo stato di allerta, senza alcuna convincente motivazione. Le potenze nucleari parlano sempre più di rischi di proliferazione nucleare e sempre meno di disarmo evadendo le loro responsabilità. Ma allo stesso tempo è vero che la proliferazione nucleare ha i suoi gravi problemi. Gli armamenti nucleari di India e Pakistan, la certezza che Israele sia in possesso di armi nucleari, le dichiarazioni della Corea del Nord, sono sintomi di una difficoltà reale del regime di non proliferazione. A questo si deve aggiungere la possibilità continua che altri Stati cerchino in vari modi di diventare potenze nucleari di fatto, indipendentemente dai vincoli del NPT.

La campagna per il disarmo nucleare e per l’eliminazione delle altre armi di distruzione di massa è stata poi allo stesso tempo indebolita, di fronte all’opinione pubblica internazionale, dall’uso spregiudicato che è stato fatto delle motivazioni connesse alla non-proliferazione per giustificare interventi militari (Iraq). Una gestione poco credibile delle attività di intelligence, un uso strumentale della necessità di eliminare le armi di distruzione di massa per portare avanti cambi di regime, ha di fatto contribuito a diminuire nel mondo il peso delle motivazioni a sostegno del disarmo nucleare, che possono essere viste come scuse per interventi militari già decisi in precedenza.Paesi che si trovano in condizioni di particolare difficoltà e che si sentono minacciati possono poi “imparare la lezione”: se si possiedono armi nucleari non si è al sicuro da eventuali attacchi, altrimenti si corre il rischio di venire attaccati con la scusa della ricerca di armi di distruzione di massa. Sempre a proposito del rischio nucleare, abbiamo visto negli ultimi anni come nuovi paesi nucleari antagonisti tra loro (India e Pakistan) possano restare in stato di allerta prolungata e implicitamente minacciare il ricorso alle armi nucleari.

La presenza di armi nucleari e in generale di distruzione di massa, sul territorio di paesi in conflitto tra loro, non si limita certo al subconintente Indiano. Il Medio Oriente nel suo complesso, l’Asia Nord-Orientale sono altri importanti pericolosi esempi. I compiti del Pugwash nella situazione attuale sono molteplici. Da un lato occorre contribuire a mantenere la pressione sui paesi nucleari perché procedano al disarmo, come richiesto dal trattato NPT, e questo è particolarmente difficile in un momento in cui l’opinione pubblica dei paesi nucleari non è particolarmente interessata al disarmo. Dall’altro lato, prendendo atto del fatto che la conflittualità tra paesi che possiedono armi di distruzione di massa è cambiata rispetto al periodo della Guerra Fredda, il Pugwash deve sviluppare una comunità sensibile ai rischi di un possibile conflitto nucleare in paesi che per molto tempo sono stati solo ai margini dell’attività del Pugwash. Se prima la mediazione e il dialogo si sviluppavano principalmente tra Stati Uniti e Unione Sovietica, ora una maggiore attenzione deve essere dedicate ai rapporti nel subcontinete indiano, al Medio Oriente, alla penisola Coreana e ai rapporti tra pesi occidentali e paesi “critici” come l’Iran.

In queste regioni il Pugwash contribuisce alla distensione non solo ricordando i rischi connessi alle armi di distruzioni di massa, ma anche e soprattutto favorendo il dialogo sui problemi specifici che sono alla base dei conflitti in quelle regioni, proponendo “confidence building measures” e sviluppando iniziative tipo “track II meetings”. Dopo l’11 settembre l’attenzione dell’opinione pubblica è stata fortemente focalizzata sul fenomeno del terrorismo. Il rischio dell’uso di armi di distruzione di massa e in particolare di armi nucleari a scopo terroristico è un rischio di particolare gravità non solo per la perdita di vite umane e di devastazione del territorio che questo atto terroristico provocherebbe, ma per le possibili conseguenze generali che rappresaglie e controrappresaglie potrebbero generare. La difficoltà nel costruire un’arma nucleare è essenzialmente legata alla reperibilità del materiale fissile e principalmente di uranio arricchito. Quindi uno dei problemi più urgenti da affrontare è quello di limitare drasticamente questa possibilità sia controllando il materiale fissile stesso sia provvedendo con sollecitudine alla sua eliminazione (per esempio diluendo l’uranio arricchito delle testate nucleari smantellate in uranio molto meno arricchito che sia adatto come combustibile per centrali nucleari). Il Pugwash è stato a lungo impegnato nella promozione di iniziative per il controllo e la gestione del materiale fissile e per la diffusione della consapevolezza dei rischi associati a una sua disponibilità generalizzata.

Per quanto riguarda poi la cosiddetta “guerra al terrorismo”, c’è la convinzione che il terrorismo con tutte le sue complessità possa essere affrontato come una guerra qualsiasi e che, siccome la guerra si fa contro Stati e non contro gruppi, all’origine del terrorismo ci siano sempre Stati responsabili. Inoltre siccome questo tipo di guerra ha una durata indefinita, lo stato bellico tende a essere indefinitamente prolungato con le relative conseguenze, inclusa la limitazioni delle libertà civili. Il terrorismo a cui si fa riferimento generalmente, è poi quello di cosiddetta “matrice islamica” e il mondo islamico viene in maniera crescente visto come un nuovo antagonista globale del mondo Occidentale (Russia inclusa). In sostanza si sta creando un tipo diverso di barriera dopo la caduta della cortina di ferro; la contrapposizione Islam – Occidente cresce e le armi di distruzione di massa pesano in questo contrasto. Per questo il Pugwash ha dedicato molte energie allo sviluppo di gruppi Pugwash in diversi paesi islamici per potere garantire la possibilità di moltiplicare i canali di comunicazione tra varie parti del mondo che vedono la crescita di una diffidenza e di una ostilità reciproca il cui futuro sviluppo lascia spazio a molte preoccupazioni.

Gli estensori del Manifesto Russell-Einstein, probabilmente pensavano, nel loro fondamentale ottimismo, che a 50 anni dalla sua stesura, l’alternativa a una guerra globale sarebbe stata l’adozione di regole di governo che avrebbero implicato la fine dei conflitti e l’eliminazione delle armi di distruzione di massa. La cortina di ferro è caduta, ma il governo globale non si è materializzato. Migliaia di armi nucleari sono ancora presenti e nuovi antagonismi sia regionali che globali si stanno sviluppando. Lo scenario è cambiato ma la necessità di un paziente dialogo, che porti distensione e cooperazione per la prevenzione dei conflitti e per il disarmo è cruciale oggi come in passato.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here