SpaceX: lancio annullato per guasto a un motore

Fermato all’ultimo istante. Più precisamente all’ultimo mezzo secondo. Tanto mancava al lancio della navicella Dragon dell’azienda Space Exploration Tecnology, quando i nove motori del razzo vettore Falcon 9  si sono spenti, mandando ancora una volta tutto all’aria. L’obiettivo della missione era raggiungere e agganciare la Stazione Spaziale Internazionale per scaricare carburante e  un “pacco” da 450 chilogrammi di cibo e vestiti: si trattava del secondo test nell’ambito di un progetto destinato ad avviare una collaborazione stabile tra Nasa e privati per garantire rifornimenti al laboratorio orbitante. 

Come da programma, alle 4:55 a.m. (ora locale) tutti i motori merlin del razzo si erano accesi. Il countdown era già sullo zero. Poi però, come racconta  Wired.com, l’annunciatore della Nasa George Diller si è bloccato prima del tanto atteso lift-off (lancio avvenuto), sostituendolo con il più mesto “cut-off” (annullamento): “Abbiamo avuto un annullamento, il lancio non ha avuto luogo”. 

Esattamente come era accaduto nel giugno del 2010, a far fallire il lancio è stato un guasto al motore cinque. I sensori, infatti, hanno rilevato una pressione superiore ai limiti di sicurezza nella camera del motore e a quel punto il software di bordo ha preso il sopravvento (come previsto in questi casi): ha ordinato lo spegnimento prima del motore interessato dal guasto, e poi anche di tutti gli altri, mandando a monte la partenza. Al razzo, infatti, servono tutti e nove i motori per decollare, anche se poi può portare a termine la missione anche con sette. 

Questa volta, però, non possiamo dare la colpa ai sensori o al software”, ha dichiarato Gwynne Shotweel, presidente della SpaceX nella conferenza stampa del 19 pomeriggio. Il problema, infatti, è stato di natura meccanica: un valvola difettosa nel motore, che i tecnici dell’azienda hanno già provveduto a sostituire. 

L’azione del software è la più estrema tra le misure di sicurezza progettate dall’azienda. Quando tutti i motori sono accesi, infatti, il razzo viene trattenuto pochi secondi in sospensione sulla rampa per un ultimo controllo. Se qualcosa non funziona, il software prende il sopravvento e blocca il lancio. “ Per questo non possiamo parlare di fallimento, ma di un lancio abortito (come si dice in gergo) di proposito”, ha spiegato Shotweel. “ Un fallimento ci sarebbe stato nel caso in cui il razzo fosse partito con un motore in stato di pressione troppo alta”. 

Il prossimo tentativo è previsto per domani martedì 22 maggio alle ore 9:44, quando la Stazione Spaziale sarà nuovamente in posizione favorevole: ovvero in un punto della sua orbita raggiungibile con il minor consumo di carburante. A mettere fretta alla SpaceX è la pressione dei concorrenti: l’azienda fondata da Elon Musk non è infatti l’unica ad aver stretto un accordo con la Nasa. Lo ha fatto anche l’Orbital Sciences Corporation, per esempio, che spera di portare a termine il suo primo test entro la fine del 2012. 

L’obiettivo ultimo dell’agenzia spaziale statunitense è quello di incoraggiare il fiorire di un’industria spaziale privata, così che il costo dei lanci si riduca drasticamente. E anche trovare un modo per spedire i propri astronauti sulla Iss: da quando gli Shuttle sono stati mandati in pensione lo scorso anno, gli States non hanno più modo di raggiungere la stazione se non comprando “posti a sedere” sui razzi russi Soyuz, al prezzo di 60mila dollari l’uno (47 mila euro). La SpaceX, invece, nelle intenzioni, dovrebbe essere pronta a fornire questo stesso servizio a partire dal 2015 al vantaggiosissimo costo di 20mila dollari (16mila euro) per passeggero.

Credit immagine: SpaceX

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