Autismo, un nuovo studio sull’uso dell’ossitocina

L’ossitocina è un piccolo ormone che, oltre a stimolare i comportamenti materni (anche quelli più strettamente fisici, come le contrazioni dell’utero che accompagnano il parto), è importante anche per favorire i legami affettivi e sociali. Come tale da tempo ha generato interesse presso gli scienziati di tutto il mondo che si occupano di disturbi dello spettro autistico, dal momento che persone che ne sono affette mostrano difficoltà nelle interazioni sociali. Così, ci si chiede: potrebbe l’ossitocina aiutare a migliorare i sintomi della malattia nelle persone che soffrono di autismo?

Gli studi sulle potenzialità dell’ormone hanno finora dato per lo più risultati discordanti e poco chiari. A quelli effettuati e in corso però se ne aggiunge oggi un altro, pubblicato su Science Translational Medicine, secondo cui l’ossitocina è in grado di migliorare, per un buon lasso di tempo, il comportamento di alcuni topi usati come modello animale della malattia (nello specifico topi nei quali era stato eliminato un gene e che mostravano comportamenti comparabili a quelli di chi soffre di disturbi dello spettro autistico).

Somministrando ossitocina (o una sostanza in grado di favorirne il rilascio) ai roditori, gli scienziati hanno osservato che, attraverso l’ormone, i topi trattati se la cavavano meglio dei non trattati nei testi comportamentali, interagendo maggiormente con altri topolini che da soli, per un effetto che, spiegano gli autori, durava in media un paio d’ore. Inoltre, osservando che nei modelli animali della malattia l’ossitocina è ridotta per mancanza di neuroni che la producono, i ricercatori hanno provato a vedere se la sua somministrazione precoce, su base giornaliera poco dopo la nascita, riuscisse a contrastare i comportamenti asociali. I test effettuati hanno mostrato che sì, l’ormone somministrato precocemente migliora le competenze sociali, anche a distanza di una settimana dall’interruzione del trattamento.

Lo studio, concludono gli autori, sostiene la ricerca sulle possibili applicazioni dell’ossitocina come trattamento per alcune forme di autismo e suggerisce anche che possa esserci una specifica finestra temporale in cui applicarlo per avere maggiori risposte.

Riferimenti: Science Translational Medicine Doi: 10.1126/scitranslmed.3010257

Credits immagine: bby_/Flickr CC

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