Il sistema solare più vecchio della galassia

Kepler colpisce ancora: dopo aver infranto il record dei mille esopianeti scoperti (vedi Galileo: Kepler, un cacciatore di pianeti da record), il telescopio spaziale della Nasa ha infatti aiutato un gruppo di astrosismologi della University of Birmingham a scoprire un intero sistema planetario, comprensivo di 5 pianeti simili per dimensioni alla Terra. Non solo: secondo gli scienziati, l’origine di questo sistema si potrebbe far risalire al periodo della formazione della nostra galassia.

Descritto in uno studio su The Astrophysical Journal, il sistema planetario neo-scoperto si sviluppa attorno a una stella, Kepler-444, formatasi oltre 11 miliardi di anni fa (per farci un’idea, il nostro Sole si è formato appena 4,5 miliardi di anni fa). A quei tempi, l’Universo aveva circa il 20% della sua età odierna, e questo sistema planetario rappresenta di fatto il più antico sistema di pianeti simili per dimensioni alla Terra conosciuto, almeno fino ad ora.

Ma come riuscire a scovare un sistema così antico nella nostra affollata galassia? Grazie all’astrosismologia, una scienza che studia la composizione interna delle stelle pulsanti tramite l’interpretazione dei loro spettri di frequenza (diagrammi che mostrano l’andamento della luminosità di una stella nel tempo). Questi spettri contengono infatti informazioni sulle variazioni della luminosità che, a loro volta possono essere interpretate in modo simile a come i sismologi studiano l’interno della Terra tramite le oscillazioni causate dai terremoti, permettendo di ricavare il diametro, la massa e l’età della stella.

Grazie a questi spettri, è possibile anche capire se ci sono dei pianeti in orbita attorno alla stella: quando un pianeta passa davanti alla stella, infatti, si ha una diminuzione della luminosità, osservabile nello spettro della stella. Misurando questa diminuzione gli scienziati sono anche in grado di stimare la dimensione dei pianeti.

“Questa scoperta potrebbe contenere importanti implicazioni,” ha commentato Tiago Campante, principale autore dello studio: “Adesso sappiamo che dei pianeti simili per dimensioni alla Terra si sono formati durante tutti i 13,8 miliardi di anni dell’Universo. Questo amplia la scala della possibilità della presenza della vita nella galassia”.

Campante ha anche aggiunto che, quando la Terra si è formata, infatti, i pianeti che orbitano attorno a Kepler-444 erano già più vecchi di quanto non lo siano quelli che compongono il nostro sistema solare ora, e ha affermato che questa scoperta potrebbe aiutare a capire quando ha avuto inizio la cosiddetta “era della formazione planetaria”.

Riferimenti: The Astrophysical Journal  doi: 10.1088/0044-637X/799/2/170

Credits immagine: Tiago Campante/Peter Devine

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