Stazione spaziale, cosa è successo ieri

“Grazie a tutti, stiamo tutti bene qui nel segmento russo e siamo al sicuro”. Twittava così ieri la nostra Samantha Cristoforetti dallo Spazio, in seguito ai timori che si erano diffusi per un presunta perdita di ammoniaca nella casa orbitante, che l’aveva costretta, insieme ai 5 colleghi a bordo, a ritirasi nel segmento russo per precauzione. Oggi, un giorno dopo, dalla Nasa fanno sapere che il pericolo in realtà non sarebbe mai esistito, e che si sarebbe trattato solo di un falso allarme, riconducibile ad errori di lettura di un computer. Ma come si è arrivati a questa conclusione? Cosa è successo in quelle ore sulla Stazione spaziale? Ripercorriamo insieme la vicenda (anche grazie all’aggiornamento del sito astroanutinews.it).

L’allarme
Sono le nostre 10 quando a bordo della Stazione spaziale, nel segmento statunitense, scoppia l’allarme ed i membri della spedizione 42 si trasferiscono nel segmento russo. I controllori di volo al Johnson Space Center di Houston infatti registrano un aumento di pressione nel circuito dell’acqua per il controllo termico del sistema B, seguito da un aumento della pressione in cabina. Si tratta di segnali che potrebbero indicare una fuga di ammoniaca, altamente tossica, utilizzata a bordo nei sistemi di raffreddamento (le strumentazioni e gli esperimenti a bordo della Iss generano infatti molto calore che deve essere smaltito). Indossate le maschere gli astronauti si ritirano nel segmento russo della stazione, dove non ci sono condutture dell’ammoniaca. Nel frattempo le strumentazioni non necessarie nel segmento statunitense vengono spente, e cominciano le analisi.

Le analisi
Da subito non è possibile rivelare alcuna evidenza di perdita di ammoniaca all’interno della Iss. Astronauti e controllori di volo che analizzano la situazione ipotizzano che l’incidente possa in realtà essere solo un falso allarme, dovuto al malfunzionamento dei sensori o un guasto dei computer. Anche alcune segnalazioni di incendio da sensori nel modulo russo mettono timore, sebbene gli astronauti non riescano a rivelare segni di incendio a bordo. Nel frattempo vengono attivati i sistemi  Elektron e Vozduh, rispettivamente per la generazione di ossigeno tramite elettrolisi dell’acqua e l’assorbimento di anidride carbonica. Gli astronauti stanno bene e al sicuro nel segmento russo.

Nessun pericolo
La gestione della possibile emergenza continua con le continue analisi e la messa in sicurezza del modulo statunitense. I dati acquisiti durante tutta la giornata tendono ad escludere che ci sia stata una fuoriuscita di ammoniaca, tanto che i controllori di volo annunciano l’intenzione di trasferire l’equipaggio nuovamente nel modulo statunitense entro la serata. Lo faranno indossando ancora le maschere protettive e continuano i campionamenti e le analisi dell’atmosfera interna per essere sicuri che non vi siano tracce di ammoniaca e quindi rimanere nel segmento Usa. Nella notte e per tutta la giornata di giovedì (oggi) verranno portati avanti i lavori per riattivare il sistema di raffreddamento del Loop B.

Ritorno alla normalità (o quasi)
Intorno alle 20 di ieri sera gli astronauti aprono il portellone che separa i moduli statunitensi e russi. L’assenza di ammoniaca autorizza l’equipaggio a liberarsi delle maschere, ma il mancato funzionamento del sistema di raffreddamento, che ha fatto scattare l’allarme, e del sistema di ricircolo dell’aria impedisce a chi (come la nostra Samantha) alloggia in prossimità del nodo 2 (dove si è verificato il problema) di passare qui la notte.

Via: Wired.it

Credits immagine: Nasa

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