L’uomo sta distruggendo l’Adriatico

conchiglie

In epoca recente le comunità di molluschi del Mare Adriatico non se la passano molto bene. A dimostrarlo uno studio dell’Università della Florida, pubblicato sui Proceedings of The Royal Society B, che ha registrato i cambiamenti avvenuti nella composizione delle comunità bentoniche del bacino del Po attraverso l’analisi dei fossili presenti nell’area. Un dato, quello che emerge dalla ricerca, in netto contrasto con la storia ecologica degli ecosistemi del Nord Adriatico, i quali, come mostrano i record fossili, negli ultimi 125.000 non hanno risentito di cambiamenti ambientali e grandi variazioni climatiche come le glaciazioni.

I molluschi sono buoni indicatori della salute presente e passata di un ecosistema marino, grazie alla loro sensibilità ai cambiamenti ambientali causati dall’uomo e al fatto che la loro presenza lascia una traccia storica: i fossili. I ricercatori hanno osservato i cambiamenti delle comunità bentoniche, esaminando un campione di oltre 100.000 esemplari fossili riportati alla luce grazie a carotaggi. Confrontando i reperti con le popolazioni presenti attualmente, gli studiosi hanno notato come negli ultimi 125.000 anni la composizione delle comunità bentoniche sia rimasta sostanzialmente invariata.

La parte più recente del record però mostra una flessione della biodiversità negli ultimi secoli, con il declino di 7 delle 10 specie storicamente dominanti. Si può quindi ipotizzare che le popolazioni di molluschi del nord Adriatico abbiano subito le conseguenze dei recenti cambiamenti dovuti allo sviluppo industriale e agricolo di quell’area.

“ I reperti fossili ci suggeriscono che le attività umane possono modificare anche quegli ecosistemi che sono rimasti inalterati durante i più importanti cambiamenti naturali avvenuti sul nostro pianeta”, spiega Michal Kowalewski, paleontologo dell’Università della Florida che ha coordinato la ricerca.

Le stesse dinamiche che hanno innescato questa perdita di biodiversità in Adriatico potrebbero essersi verificate anche in altre zone del mondo. Oltre alla perdita di biodiversità su scala regionale, il declino delle popolazioni bentoniche rischia di portare gravi conseguenze sulla salute di tutto il bacino dell’Adriatico, e non solo.

Riferimenti: Proceedings of The Royal Society B DOI: 10.1098/rspb.2014.2990

Credits immagine: courtesy of Paolo Ferrieri and Daniele Scarponi, University of Bologna

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