Anche le stelle cantano

Anche le stelle, a quanto pare, emettono dei suoni. Non esattamente quelli che ascoltiamo sulla Terra, naturalmente, dato che lo Spazio è praticamente vuoto (e le onde sonore hanno bisogno di un mezzo per propagarsi). Ma qualcosa di molto simile dal punto di vista della fisica. Lo ha scoperto un’équipe di ricercatori della University of York, che in uno studio appena pubblicato su Physical Review Letters racconta di aver analizzato, in laboratorio, le interazioni di luce laser ultra-intensa diretta contro un bersaglio di plasma (il gas ionizzato di cui sono composte per la maggior parte le stelle), notando, per l’appunto, l’emissione di onde sonore.

Gli scienziati, in particolare, hanno osservato che nel bilionesimo di secondo successivo all’impatto della luce laser, il plasma fluiva rapidamente da regioni di alta densità a zone di densità più bassa, accumulandosi nella zona dell’interfaccia tra le due regioni (“come per il traffico nelle strade cittadine”, spiegano i ricercatori), generando una serie di impulsi di pressione, cioè onde sonore. Il suono, comunque, ha frequenza di oltre un bilione di Hertz, e non è dunque udibile dall’orecchio umano (né da quello di qualsiasi altro mammifero).

“L’unico luogo al mondo in cui potrebbero avvenire interazioni simili a quelle che abbiamo simulato in laboratorio”, spiega John Pasley, dello York Plasma Institute al Dipartimento di fisica di York, “è la superficie delle stelle. Quando ‘accumulano’ nuovo materiale, le stelle potrebbero generare un suono in modo analogo a quello osservato in laboratorio”. La tecnica usata per osservare le onde sonore in laboratorio, raccontano all’Università di York, è molto simile al funzionamento degli autovelox: gli scienziati misurano precisamente la quantità di fluido che si muove nel punto colpito dal laser, su scale temporali dei bililonesimi di secondo. “In parole povere, le stelle probabilmente cantano”, conclude Pasley. “Ma, dal momento che il suono non può propagarsi nello Spazio, nessuno può sentirle”.

Via: Wired.it

Credits immagine: Fred Locklear/Flickr CC

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