I piccoli sassi che hanno formato la Terra

Un enorme oceano cosmico di microscopici oggetti sferici, non più grandi di qualche millimetro: sono i condruli, le particelle di roccia che popolavano la regione del nostro sistema planetario prima della formazione dei pianeti, e che gli scienziati credono essere state i blocchi da costruzione originari del nostro Sistema Solare.

Ma come hanno fatto queste particelle a raggrupparsi, fino a formare asteroidi e poi corpi via vai più grandi? Secondo uno studio condotto dalla Lund University, sarebbe stata la forza di gravità, facilitata dal rallentamento dei condruli causato dall’interazione con i gas in orbita attorno al Sole, a far sì che questi raggruppassero, fino a dare origine agli asteroidi, come spiegato nel video che accompagna la ricerca.

Nello studio, i ricercatori hanno sviluppato una simulazione al computer del fenomeno, assumendo che gli asteroidi avessero inizialmente dimensioni molto più piccole di quelle attuali. Secondo la simulazione, grazie all’accumulo di condruli, gli asteroidi avrebbero poi rapidamente accresciuto le loro dimensioni, fino a raggiungere diametri di oltre 1000 chilometri (circa le dimensioni degli asteroidi contenuti nella fascia tra Marte e Giove), e oltre.

“Ci siamo accorti che questo rapido processo potrebbe aiutare a spiegare la formazione della Terra,” ha aggiunto Anders Johansen, che ha condotto la ricerca. Gli scienziati infatti non sanno ancora spiegare la formazione dei protopianeti che hanno dato origine ai pianeti come li conosciamo oggi, ma secondo Martin Bizzarro, co-autore dello studio, si potrebbero essere formati a partire da questi asteroidi, aumentando di massa e dimensioni tramite la cattura di condruli.

Questa ipotesi è supportata dal fatto che, come hanno mostrato studi precedenti, Marte si sarebbe formato in un periodo di tempo che varia tra il milione e i 3 milioni di anni: esattamente lo stesso range temporale ottenuto dalla simulazione dei ricercatori.

Riferimenti: Science Advances  doi: 10.1126/sciadv.1500109

Credits immagine: NASA/JPL-Caltech

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