Kathmandu si è sollevata di un metro dopo il terremoto

È un dato che, assieme a quelli relativi a vittime e danni, dà un’idea precisa di quanto sia stato devastante il terremoto che ha colpito sabato scorso il Nepal. I ricercatori dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico al Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea-Cnr) di Napoli, infatti, elaborando i dati del satellite Sentinel 1A dell’Agenzia spaziale europea (Esa), hanno misurato le deformazioni del suolo provocate dal sisma. Svelando che, nell’intervallo temporale tra il 17 e il 29 aprile, la deformazione massima ha raggiunto circa 1 metro, uno spostamento “avvenuto a seguito del terremoto e alle successive scosse”, come “risposta della superficie alla dislocazione sul piano di faglia in profondità”.

L’analisi è stata condotta mediante interferometria radar differenziale, una tecnica che permette di misurare, dallo Spazio, spostamenti del terreno molto piccoli (dell’ordine di qualche centimetro). “Quella che abbiamo ottenuto”, spiega all’Ansa Riccardo Lanari, direttore dell’Irea-Cnr, “è una ‘frangia di interferenza‘, ossia un insieme di misure confrontabili alle curve di livello che nelle normali mappe sono utilizzate per rappresentare l’altitudine. Nella zona attorno a Kathmandu abbiamo individuato più di una trentina di queste curve, ognuna delle quali indica una deformazione del suolo di circa 3 centimetri”. Sommando tutti gli spostamenti, gli scienziati hanno misurato la deformazione complessiva, pari, per l’appunto, a un metro circa.

Credits immagine: Esa
Via: Wired.it

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