Oggi il lancio della navetta Dragon, ecco cosa porterà sulla Iss

Nuovi tipi di schermi a cristalli liquidi, strumenti per l’osservazione del comportamento delle strutture cellulari, l’analisi dello spostamento dei liquidi all’interno del corpo umano e test su futuribili muscoli artificiali, oltre che la già famosa macchinetta per il caffè a zero G. Sono questi gli esperimenti che saranno portati avanti nei prossimi mesi sulla Stazione spaziale internazionale (Iss) grazie al materiale che è stato caricato a bordo della sesta missione della navetta Dragon, il veicolo senza equipaggio a bordo prodotto dalla SpaceX, il cui lancio è previsto per oggi (rimandato da ieri e salvo nuovi rinvii). La cattura e l’attracco della navetta vedranno, per la prima, volta l’astronauta dell’Esa Samantha Cristoforetti come operatrice principale del braccio robotico che eseguirà l’operazione.

Tutti i test saranno effettuati sfruttando le condizioni di microgravità presenti a bordo della Iss, impossibili da replicare sulla Terra. L’esperimento Oasis (Observation and analysis of smectic islands in space), per esempio, si concentrerà sullo sviluppo di nuovi tipi di schermi a cristalli liquidi. Gli scienziati, in particolare, studieranno il movimento dei cristalli e di come la gravità ridotta influenzi la formazione degli strati all’interno degli schermi. I risultati permetteranno di sviluppare non solo nuovi modelli di dispositivi da utilizzare sulla Terra ma anche da integrare, in futuro, nelle visiere dei caschi degli astronauti.

Gli esperimenti più importanti saranno però quelli nei campi della biologia e della biotecnologia. Uno degli studi, chiamato “Cell shape and expression investigation”, cercherà di approfondire meglio in che modo le condizioni di microgravità inducano danni strutturali nelle cellule. Al loro interno esiste infatti un’impalcatura proteica chiamata citoscheletro, che ha il compito di sostenerle, e che nello Spazio potrebbe subire alterazioni, e non funzionare alla perfezione. Lo scopo di questo test è la messa a punto di un modello sperimentale che possa essere usato sulla Terra per sviluppare farmaci da somministrare agli astronauti durante le future missioni di lunga durata.

A tal proposito, ricordiamo che la missione Iss numero 43 attualmente in corso potrà essere utilizzata a questo scopo soprattutto grazie alla presenza a bordo dell’astronauta americano Scott Kelly e del cosmonauta russo Mikhail Kornienko che saranno sulla Iss per un anno intero. Una missione di questa durata non è mai stata tentata prima e verrà sfruttata per raccogliere informazioni indispensabili a comprendere come la biologia umana si modifica nella Spazio.

Tornando agli esperimenti che a breve prenderanno il via, uno dei test in programma è Fluid Shifts, che servirà a comprendere a fondo lo spostamento dei fluidi, come sangue e acqua, all’interno delle teste degli astronauti. In assenza di gravità, infatti, i liquidi tendono a migrare dalla parte inferiore del corpo, con la tendenza ad accumularsi in quella superiore. Gli scienziati sospettano che questi fenomeni siano responsabili dell’aumento della pressione all’interno del cervello. Un problema che potrebbe interessare anche il fondo dell’occhio, conducendo alla modificazione della forma del globo oculare e al peggioramento della vista. I risultati potrebbero essere usati anche sulla Terra per aiutare i pazienti che sono costretti a passare lunghi periodi sdraiati a letto, una situazione che provoca uno spostamento dei liquidi simile a quello osservato in assenza di gravità.

Dal momento che l’essere umano è così fragile e sensibile ai cambiamenti imposti dalla vita in orbita, gli scienziati stanno cercando di mettere a punto apparecchiature robotiche di nuove generazione in grado di collaborare all’esplorazione dello Spazio. Per questo a bordo della navetta Dragon sarà imbarcato anche il prototipo di un muscolo sintetico, sviluppato dal Princeton plasma physics laboratory. Questo è stato pensato per aderire a strutture metalliche rendendo i robot capaci di movimenti simili a quelli degli umani. Il muscolo artificiale, tra le altre cose, è anche in grado di resistere alle radiazioni per molto tempo, al contrario di quanto è capace l’essere umano. Per questo potrà essere utilizzato per assemblare robot in grado di collaborare all’esplorazione spaziale con gli esseri umani, sostituendoli nelle condizioni più pericolose. Il materiale verrà ospitato a bordo della stazione spaziale per 90 giorni, durante i quali gli astronauti ne registreranno le caratteristiche ogni tre settimane. Al ritorno a terra il prototipo verrà confrontato un esemplare identico conservato per lo stesso periodo nei laboratori di Princeton.

Riferimenti e credits immagine: Nasa

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