Terra dei Fuochi: serve più conoscenza scientifica

La Terra dei Fuochi è alla ribalta internazionale anche attraverso le pagine della rivista scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health. L’intervento di approfondimento (del sottoscritto) fa il punto su un fenomeno che ha trasformato negli ultimi venti anni il territorio compreso tra le province di Napoli e Caserta nella “pattumiera del Paese”, attraverso attività di gestione e traffico illecito di rifiuti speciali. La Terra dei Fuochi definita, recentemente, dal Presidente della Repubblica Mattarella, simbolo del degrado dell’Italia, “l’emblema di uno sfruttamento cinico e senza futuro”, è il luogo dove la correlazione tra l’esposizione agli inquinanti illegali e l’impatto sulle matrici ambientali, sulla catena alimentare ma, soprattutto, sulla salute pubblica, diventa manifesto.

Chiarezza la chiedono i cittadini, principali vittime dell’inquinamento, sottoposti ad un crescente rischio sanitario, ma che negli anni sono stati talvolta allo stesso tempo colpevoli, costretti ad avallare omertosamente e coprire pratiche illegali di smaltimento dei rifiuti per arginare le piaghe della crisi socio-economica. Che cosa fare? Il miglioramento della conoscenza scientifica e la sua rilevanza traslazionale nelle questioni ambiente-salute rappresenta l’unico strumento valido per comprendere gli elementi critici delle aree contaminate, per fornire evidenze chiare per una costruttiva discussione pubblica e, di conseguenza, per attuare misure di prevenzione e precauzione nella Terra dei Fuochi e non solo.

Lo sviluppo di metodi analitici basati su programmi di biomonitoraggio umano e di innovativi strumenti genomici molecolari, costituisce, infatti, la nuova frontiera per un’ampia e dinamica valutazione del cosiddetta “enviroma”, l’esposizione individuale a miscele complesse di contaminanti ambientali durante l’intero ciclo di vita, che, insieme ai fattori genetici, concorre alla definizione della patogenesi di malattie ambiente-correlate. L’emergenza rifiuti, comunque, ed è da tenere ben presente, non è solo un problema dell’hinterland napoletano: il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio dal nord al sud dell’intera penisola e interessa anche molti altri paesi in Europa e nel Mondo (Vedi Galileo: Una Terra dei fuochi globale). Lo smaltimento di tonnellate di rifiuti in roghi non regolamentati e denunciati alle agenzie ambientali, responsabili dell’immissione in atmosfera di una quantità cospicua e non misurata di inquinanti, coinvolge, infatti, indiscriminatamente ed in misura sempre maggiore, Paesi sviluppati o in via di sviluppo. Un progetto ambizioso dunque è necessario, che, richiede inoltre, per la sua stessa attuazione, massicci finanziamenti pubblici e privati ed un adeguato sistema informativo che potrebbe sostenere e incoraggiare direttamente la partecipazione del pubblico e degli organi istituzionali nella sorveglianza e nel monitoraggio ambientale.

Riferimenti: Maurizio Bifulco, Comments on ‘Environmental pollution from illegal waste disposal and health effects: a review on the “Triangle of Death”’.  Int J Environ Res Public Health doi:10.3390/ijerph120303358

Credits immagine: Jonathan Mallard/Flickr CC

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