Contro i problemi alla tiroide: poco sale ma iodato

Piccole dimensioni ma grandi funzioni: la tiroide, una ghiandola somigliante a una farfalla, è molto importante per l’organismo, producendo ormoni che hanno effetti sull’attività di tutti gli organi e gli apparati. E a questo piccolo organo è dedicata la Settimana Internazionale della Tiroide, iniziata ieri e che si concluderà il 25 maggio prossimo, con un obiettivo su tutti: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello iodio nella prevenzione delle patologie tiroidee.

In Italia le malattie della tiroide colpiscono circa sei milioni di persone, soprattutto donne, che sono anche le più colpite dal cancro della tiroide (il cui trend è in crescita). Oltre al tumore, tra le malattie frequenti di questa ghiandola, ci sono l’ipo e l’ipertiroidismo, il gozzo – aumento del volume della tiroide – le tiroiditi (infiammazioni dell’organo).

Tra queste sono diverse quelle che all’origine hanno una carenza di iodio (nell’insieme note come disturbi da carenza iodica, di cui il gozzo è una manifestazione) un micronutriente essenziale, contenuto negli ormoni tiroidei. Per evitarli è necessario che lo iodio sia sempre presente e in quantità adeguata nel nostro organismo, tanto che la prevenzione delle malattie tiroiede si fa mangiando sano, ribadisce Stefano Mariotti, presidente Ait (Associazione italiana tiroide). “Poco sale ma iodato” è il motto della campagna quest’anno, per ricordare l’importanza della iodoprofilassi. Ma quanto iodio serve e come assumerlo?

L’apporto giornaliero di iodio raccomandato dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) per una persona adulta è di 150 μg, poco meno (120 μg) per i bambini in età scolare. Lo iodio si introduce con gli alimenti, che lo contengono però in quantità molto variabili: quelli che ne sono più ricchi sono i crostacei e i pesci di mare, in minore quantità è invece presente nella carne, nelle uova, nei pesci di acqua dolce, nel latte, nei cereali e nella frutta.

È bene sapere però che lo iodio assunto con gli alimenti non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero (una dieta equilibrata ne garantisce solo il 50% del fabbisogno giornaliero). Per questo, se prima di tutto è necessario seguire una dieta variata ed equilibrata è necessario anche usare sale iodato che integra lo iodio carente nell’alimentazione. Attenzione però: questo non significa consumare più sale ma, rispettando le quantità giornaliere raccomandate dagli esperti (3- 5 gr), sostituirlo con quello iodato.

Secondo Antonella Olivieri, responsabile scientifico dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi (Osnami) dell’Istituto Superiore di Sanità, l’apporto nutrizionale di iodio nella popolazione italiana è migliorato nel corso degli anni. Per poter registrare una riduzione significativa della frequenza delle patologie dovute alla carenza nutrizionale di iodio in tempi ragionevoli è però molto importante promuovere e favorire la prevenzione attraverso l’assunzione. Questo, continua Olivieri, significherebbe anche abbassare i costi socio-sanitari associati alle patologie, stimati oggi in circa 150 milioni di euro all’anno.

Prevenzione quindi fondamentale e irrinunciabile, ma anche diagnosi precoce per un trattamento mirato ed efficace delle malattie di questa ghiandola, l’altro aspetto su cui richiama l’attenzione la Settimana Internazionale della Tiroide. Oltre il 50% delle persone che ha problemi alla tiroide infatti non lo sa e la diagnosi non viene fatta in modo tempestivo e correttamente.

I principali sintomi che possono indicare un malfunzionamento della tiroide – e che proprio perché non così specifici si tende a trascurare – sono, solo per citarne alcuni: tachicardia, ansia, depressione dell’umore, voce roca, dolori muscolari e crampi, stanchezza anche senza aver compiuto sforzi eccessivi, sonnolenza, fragilità dei capelli.

La soluzione: ecografia a tutti? No, gli esperti, con le nuove linee guida dell dell’American Thyroid Association sulla diagnosi e terapia del nodulo tiroideo pubblicate da poco, limitano le indicazione all’ecografia di massa ripetuta nel tempo e l’esame citologico su agoaspirato effettuato in modo indiscriminato. La raccomandano, invece, solo per i familiari di persone con patologie tiroidee e per le persone che hanno avuto una storia di irradiazione sul collo.

La Settimana Internazionale della tiroide è promossa da Ait, Sie (Società italiana di endocrinologia), Ame (Associazione medici endocrinologi), Siedp (Società italiana endocrinologia e diabetologia pediatrica), Eta (European Thyroide Association) e Cape (Comitato Associazioni pazienti) e prevede numerosi incontri e iniziative su tutto il territorio nazionale.

Credits immagine: Ian Westcott/Flickr CC

 

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