Nuove prove di telepatia

È possibile trasmettere immagini e pensieri da un cervello ad un altro? Sembra materia per film e libri di fantascienza, ma la scienza oggi ci dice che si può fare. Beh, più o meno. Un team di ricercatori dell’Università di Washington è infatti riuscito a mettere in “comunicazione” a distanza due cervelli utilizzando un apparecchio per l’encefalogramma (Eeg) per leggere le loro onde cerebrali, e un dispositivo per la stimolazione transcranica per trasmettere i segnali raccolti. Come dimostrato nello studio pubblicato su Plos One, due persone così collegate possono collaborare per risolvere uno speciale gioco di domande e risposte (una versione speciale del celebre gioco americano 20 questions), con oltre il 70% di risposte corrette.

Lo studio prende il via da una serie di ricerche precedenti, che avevano già dimostrato la possibilità di mettere in comunicazione due cervelli utilizzando un’apparecchiatura per l’Eeg, un dispositivo per la stimolazione transcranica (che permette di attivare dall’esterno specifiche aree della corteccia cerebrale utilizzando un campo magnetico) e un collegamento via internet. Secondo i ricercatori di Washington, per poter parlare di un reale scambio di informazioni tra due cervelli, questi studi presentavano una seria limitazione: la mancanza di una collaborazione cosciente tra i partecipanti.

Nasce così il nuovo esperimento: “Il nostro è il più complesso esperimento di comunicazione cervello-cervello mai realizzato – spiega Andrea Stocco, uno dei ricercatori di Washington che ha sviluppato il nuovo studio – perché abbiamo utilizzato le esperienze consce, derivanti da segnali visivi, e richiede la collaborazione tra due persone”.

In questo caso, ad uno dei due volontari veniva fatto vedere un oggetto che l’altro partecipante doveva indovinare, utilizzando una lista di domande del tipo vero/falso, associate ad una serie di possibili soluzioni. Il secondo partecipante doveva quindi scegliere una domanda, a cui il primo rispondeva sì o no concentrando l’attenzione su uno o l’altro lato di uno schermo. L’apparecchio per l’Eeg captava quindi le onde cerebrali di chi rispondeva, inviando un segnale all’apparecchio collegato all’altro partecipante, che tramite la stimolazione trans cranica produceva un flash di luce nel suo campo visivo (fenomeno conosciuto come fosfene) solo in caso di un sì. Attraverso le risposte a tre domande, il ricevente doveva infine riuscire a risalire all’oggetto osservato dall’altro partecipante.

Al termine dell’esperimento, le cinque coppie di volontari che hanno partecipato hanno totalizzato oltre il 72% di successo in una serie di 20 prove consecutive per coppia. Un successo dunque, da cui ora i ricercatori di Washington vogliono cercare di trarre applicazioni pratiche. Tra le possibilità esplorate c’è per ora quella di utilizzare una sorta di tutoraggio cerebrale per trasferire segnali da un cervello sano in quello di pazienti che soffrono di disturbi dello sviluppo o disfunzioni neurologiche dovute ad incidenti o ictus.

Un’altra possibile applicazione potrebbe essere il trasferimento di stati cerebrali, inviando ad esempio segnali dal cervello di una persona sveglia a quello di una assonnata, o di uno studente concentrato a quello di chi soffre di sindrome da deficit di attenzione e iperattività (Adhd). “Immaginate do avere un ragazzo che soffre di Adhd e uno sano”, spiega Chantel Prat, altro ricercatore che ha partecipato allo studio. “Quando lo studente sano presta attenzione, il cervello di quello che soffre di Adhd potrebbe entrare automaticamente in uno stato di maggiore attenzione”.

via: Wired.it

Credits immagine: University of Washington

3 Commenti

  1. Penso che la telepatia può essere assimilata al fenomeno dell’ entanglement in quanto ambedue, se esistono veramente, utilizzano informazioni che vengono trasmesse necessariamente a velocità infinita utilizzando la stessa dimensione a noi sconosciuta e probabilmente inaccessibile.nella quale il tempo non esiste.

  2. Avendo alcuni studiosi ipotizzato l’ esistenza della coscienza al di fuori del corpo, è probabile che anch’ essa possa possa appartenere alla succitata ipotetica dimensione.

  3. il titolo dell’articolo “Nuove prove di telepatia” e’ fuorviante. Infatti il termine telepatia si riferisce ad una comunicazione fra due menti senza l’ausilio di nessuna forma di comunicazione nota, in particolare le comunicazioni basate su segnali elettrici, elettromagnetici etc. L’esperimento in questione e’ chiaramente basato sullo scambio di informazione via internet cioe’ via metodi convenzionali. Pur essendo un ottimo esperimento molto interessante, andrebbe proprio esclusa la parola Telepatia. Veri esperimenti di telepatia (e ne sono stati fatti molti) sono quelli in cui un soggetto (ricevente) descrive immagini viste da remoto da un Trasmittente , in totale isolamento sensoriale (per esempio con totale isolamento acustico, elettromagnetico, visivo etc).

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