La scommessa dell’immunoncologia: eliminare la chemio aumentando la sopravvivenza

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Dal 3 al 7 giugno si terrà a Chicago il meeting annuale dell’AscoAmerican Society of Clinical Oncology, il più importante congresso scientifico internazionale nel settore oncologico, con oltre 30mila esperti provenienti da tutto il mondo. Nel rapporto annuale 2016, l’Asco ha definito l’immunoterapia del cancro “il progresso dell’anno”, inserendola a pieno titolo tra le armi per combattere i tumori, accanto a chirurgia, radioterapia e chemioterapia.

L’Italia ha un ruolo di primo piano in questo settore e ne abbiamo parlato con Michele Maio, direttore dell’Immunoterapia Oncologica del policlinico universitario di Siena, il primo in Italia, nel 2004, ad aver attivato un reparto interamente dedicato all’immunoncologia.

Quali le principali novità dell’Asco per l’immunoterapia oncologica?
“Ci sono due settori di ricerca principali. Il primo è capire, negli studi conclusi, come si mantiene nel tempo la sopravvivenza dei pazienti che hanno utilizzato i nuovi farmaci, in particolare l’ipilimumab, un anticorpo diretto contro la molecola CTLA4, che ha raddoppiato la sopravvivenza nel melanoma metastatico, e le molecole di nuova generazione quali PD1 e PDL1 anche in altri tipi di tumore, tra cui polmone, rene e testa-collo, in cui c’è stata la maggior attività di ricerca internazionale. Si tratta di anticorpi monoclonali in grado di bloccare le molecole che tengono a freno il sistema immunitario, iperattivandolo. È un po’ come togliere il freno a mano ad un’auto in discesa, importante è però saperne controllare la corsa. La seconda novità dell’Asco prevede la presentazione di numerosi studi costruiti su combinazioni diverse tra farmaci”.

Siena è stata apripista in Italia nel settore: quali studi saranno presentati all’ASCO?
“In particolare parteciperemo a una nuova sezione scientifica dell’Asco che si chiama ‘Trial in Progress’, dove viene presentata l’idea e il disegno dello studio e, per poter partecipare, è necessario aver arruolato almeno un paziente. Noi presenteremo due studi: il Nibit-Meso-1 ed il Nibit-M4. Entrambi disegnati e condotti dalla Fondazione NIBIT – Network Italiano Bioterapia Tumori. In particolare, lo studio Nibit-Meso-1, è il primo al mondo che combina, nel mesotelioma pleurico, due anticorpi diretti contro le molecole CTLA4 (tremelimumab) e PDL1 (durvalumab). L’idea è agire su due vie immunologiche diverse tra loro ma verosimilmente complementari; si tratta di uno studio di fase 2 che arruolerà in tutto 40 pazienti. Il Nibit M4 è invece uno studio di fase 1b, supportato in parte da AIRC, che arruolerà complessivamente 19 pazienti e combina l’immunoterapia con un nuovo farmaco epigenetico, la guadecitabina, che agisce sul DNA delle cellule tumorali inducendo modificazioni chimiche. Saremo presenti all’ASCO anche con contributi scientifici derivanti da molte sperimentazioni internazionali a cui abbiamo partecipato.

Immunoncologia e cancro del polmone: quali sono le ultime strategie terapeutiche e che sviluppo avranno?
“Dopo il melanoma, il cancro polmone è il secondo tipo di tumore in cui l’immunoterapia ha avuto i risultati migliori. La scommessa è quella di arrivare ad eliminare la chemioterapia dal trattamento di questo tumore molto frequente, in particolare nei pazienti in prima linea, cioè quelli che hanno appena ricevuto la diagnosi di malattia e non hanno fatto altri trattamenti. All’Asco saranno presentati oltre 10 studi che puntano a investigare l’efficacia dell’immunoterapia, in molti casi rispetto alla chemioterapia standard, nel trattamento del cancro del polmone”.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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