Cos’è che ci tiene svegli

svegli
(Credits: jaci XIII/Flickr CC)
(Credits: jaci XIII/Flickr CC)
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Come riusciamo a passare ogni giorno dal sonno allo stato di veglia e viceversa? A rispondere alla domanda è oggi uno studio dell’Università di Copenhagen, pubblicato su Science, secondo cui alla base dei meccanismi di funzionamento del ciclo sonno-veglia ci sarebbe la variazione del livello di sali nel nostro cervello.

I ricercatori danesi, iniettando nell’encefalo di alcuni topi una soluzione di sali, hanno potuto controllare e manipolare il ciclo sonno-veglia di questi roditori, senza interferire in modo diretto con l’importante ruolo che svolgono i neuromodulatori, sostanze naturalmente secrete dal cervello che agiscono come neurotrasmettitori, ovvero trasmettendo segnali alle cellule. È stato infatti scoperto che il meccanismo d’azione dei neuromodulatori come l’adrenalina e la serotonina è proprio quello di modificare il livello degli ioni interstiziali nel cervello, comunemente detti “sali”, presenti nel liquido extracellulare dei neuroni. Così, spiegano i ricercatori, quando siamo svegli, il bilanciamento dei sali fa in modo che i nostri neuroni diventino molto sensibili agli stimoli, mentre durante il sonno il livello dei sali cambia, rendendo molto più difficile l’attivazione delle cellule.

L’idea per il futuro, continuano gli scienziati, potrebbe essere quella di modulare il livello di sali nel cervello nel trattamento delle patologie connesse al ciclo sonno-veglia, come le crisi convulsive causate dalla mancanza di sonno. Inoltre, lo studio potrebbe aiutare la ricerca sulle malattie psichiatriche come la schizofrenia. La privazione del sonno infatti può influenzare il tono dell’umore, la concentrazione e il livello di stress in molti individui. In casi estremi, una prolungata mancanza di sonno può indurre allucinazioni, perdita di memoria e confusione, sintomi che sono del tutto simili a quelli tipici della schizofrenia.

Maiken Nedergaard, uno degli autori dello studio, ritiene infine che un altro punto di forza della ricerca sia quello di aver mostrato come lo studio dei soli neuroni e delle loro connessioni non sia sufficiente per comprendere a fondo l’attività cerebrale: “Il cervello è più di un gruppo di neuroni che funzionano come un computer. Il fatto che il cervello abbia bisogno di 7-8 ore di sonno per funzionare bene ogni giorno rivela che c’è ancora molto da capire”, afferma Nedergaard.

Riferimenti: Science DOI: 10.1126/science.aad4821

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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