Tutti al mare con le alghe, a volte sono tossiche. Come difendersi per godersi l’estate

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CENTINAIA DI INTOSSICATI, una squadra di investigatori, migliaia di analisi di laboratorio effettuate, decine di studi pubblicati sulle riviste scientifiche più importanti. Sono gli ingredienti della storia di un successo della ricerca italiana che ha portato alla soluzione – per quanto parziale – di uno dei misteri che tutte le estati si ripropone: gli effetti tossici legati alla comparsa di alcune alghe. Le maree colorate negli ultimi anni sono sempre più frequenti e interessano aree sempre più estese di costa, in tutto il mondo. Mediterraneo compreso. Una sorpresa visto che, fino a 25 anni fa, alcune di queste alghe, come Ostreopsis cf. ovata, nei nostri mari non era mai stata avvistata. Mentre a partire dagli anni Novanta segnalazioni di fioriture – così gli scienziati indicano la proliferazione di alghe – sono venute da Francia, Spagna, Italia, Croazia, e Grecia. E alcune di queste si sono fatte notare per gli effetti che hanno avuto sugli organismi marini e sulle persone. Il caso più clamoroso è quello del 2005, quando nella zona di Genova più di 200 persone sono finite al pronto soccorso accusando sintomi influenzali fuori stagione: febbre alta, mal di gola, tosse, difficoltà a respirare, dolore diffuso. Nessun virus estivo, però, a causare la mini epidemia. Colpa di un’alga.

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