L’attrazione fatale tra una stella e un buco nero

buco nero
(Credis: : ESO, ESA/Hubble, M. Kornmesser)
buco nero
(Credis: : ESO, ESA/Hubble, M. Kornmesser)

L’anno scorso, un telescopio in Cile ha rilevato un flare luminoso, talmente intenso da essere stato interpretato dagli scienziati come una ipernova, una ipotetica esplosione stellare simile ad una supernova, ma centinaia di volte più energetica. Queste esplosioni, estremamente rare, sarebbero causate da stelle molto grandi al momento della loro morte. Tuttavia, dopo aver studiato il flare per oltre 10 mesi, Giorgos Leloudas e il suo team hanno proposto una spiegazione alternativa in uno studio pubblicato ora su Nature Astronomy: secondo i ricercatori, il fenomeno potrebbe invece essere stato causato da un buco nero, colto nell’atto di assorbire una stella di passaggio.

Quanto una stella si avvicina troppo a un buco nero super-massivo, in particolare quando essa attraversa il suo raggio mareale, l‘attrazione gravitazionale del buco nero diventa talmente forte da strappare via la stella dal suo percorso e trascinarla al suo interno per distruggerla. Quando questo avviene per una stella con massa simile a quella del Sole e un buco nero con massa pari o inferiore a 108 volte la massa del Sole, la distruzione della stella può anche causare un flare molto luminoso. Alcuni di questi eventi sono già stati osservati in passato: questo sarebbe tuttavia il più intenso rilevato fino ad ora.

Oltre ad osservare il flare per 10 mesi, il team ha utilizzato dati provenienti dal telescopio spaziale Hubble, dalla Swift Gamma-Ray Burst Mission (che si occupa di studiare le esplosioni di raggi gamma) e da altri telescopi collocati in diverse zone della superficie terrestre. Dalle osservazioni, è emerso che la luce emessa era estremamente intensa nell’ultravioletto, e che il flare si sarebbe sviluppato esattamente al centro della galassia, proprio dove ci si aspetterebbe di trovare un buco nero, tutti fattori più coerenti con l’assorbimento di una stella che con una ipernova. Gli astronomi hanno anche mostrato come la massa elevata della galassia e la mancanza di recente formazione stellare non sarebbe coerente con la presenza di una esplosione.

“L’evento ci ha lasciato perplessi per mesi, ma grazie alle nostre osservazioni siamo stati in grado di fornire una nuova spiegazione per il fenomeno,” ha spiegato il team, “La stella si è semplicemente avvicinata troppo al buco nero ed è stata assorbita, un processo che prende il nome di perturbazione mareale, durante il quale parte della materia della stella è stata trasformata in grandi quantità di luce, dando al fenomeno l’aspetto di un’esplosione stellare”.

Riferimenti: Nature Astronomy

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