Nature: ecco i migliori scienziati del 2016

podio

Il 2016 volge al termine. E, come di consueto, è tempo di bilanci: la rivista Nature ha appena sfornato la lista delle 10 personalità scientifiche piùinfluenti dell’anno.

Si tratta di un elenco estremamente eterogeneo, che spazia dalle onde gravitazionali – scoperta già in odore di Nobel per il prossimo anno – all’intelligenza artificiale, passando per Zika, i cambiamenti climatici, i diritti della comunità Lgbt, l’ingegneria genetica. E infine, ciliegina sulla torta, nella lista troviamo anche un nome completamente inaspettato e sorprendente. Ma andiamo con ordine.

Onde, onde, onde. Spicca su tutto, come anticipavamo, la scoperta delleonde gravitazionali, salutata come “scoperta del secolo”: a febbraio scorso, gli scienziati dell’esperimento statunitense Ligo hanno annunciato di averne captato, per la prima volta al mondo, un remotissimo segnale, proveniente dalla fusione di due buchi neri.

Nature ha deciso di includere nella lista Gabriela Gonzales, portavoce di Ligo e “figura centrale dell’esperimento”. L’evento si è registrato alle 11:40:45 del 14 settembre scorso ed è particolarmente importante perché conferma le previsioni e le conseguenze della teoria della relatività generale formulata da Albert Einstein un secolo fa e migliora la nostra comprensione delle dinamiche di buchi neri, stelle di neutroni, quasar e supernovae.

Ma, restando nello Spazio, c’è dell’altro: nella lista compare anche Guillem Anglada-Escudé, lo scienziato che ha scoperto un esopianeta simile alla Terra dalle parti di Proxima Centauri, la stella più vicina al Sole.

Nell’ambito dell’informatica, poi, Nature ha premiato Demis Hassabis, cofondatore di DeepMind, l’azienda che ha messo a punto AlphaGo, il software che grazie alle tecniche di apprendimento automatico è riuscito a sconfiggere il campione del mondo di Go, un antichissimo (e difficilissimo) gioco da tavolo cinese.

Zika e dna. Un plauso anche a Celina Turchi, che “si è guadagnata un posto nella lista per aver dimostrato l’esistenza di una connessione tra infezione da virus Zika e microcefalia”, una grave malformazione del cranio e del cervello che colpisce i neonati. E ancora, restando nel campo delle scienze biomediche, a John Zhang, autore di un (discusso) studio su una tecnica di sostituzione mitocondriale che permette di miscelare il dna di tre genitoriper mettere al mondo un bambino (la cosiddetta fecondazione assistita a tre genitori, per l’appunto).

Kevin Esvelt, inoltre, è citato tra gli scienziati più influenti dell’anno per aver evidenziato i pericoli di Crispr/Cas9, una rivoluzionaria tecnica di editing genetico che lui stesso ha contribuito a mettere a punto, relativamente alla possibilità di creare geni che possano diffondersi troppo velocemente all’interno delle popolazioni, con conseguenze imprevedibili per la salute pubblica.

Ambiente e clima. A Terry Hughes è andato il riconoscimento di Nature“per aver sottolineato la situazione catastrofica dello sbiancamento della Grande barriera corallina”; il chimico atmosferico Guus Velders, invece, è stato premiato per aver gettato le basi per un accordo internazionale che costringerà le nazioni a cessare la produzione e l’utilizzo dei pericolosi idrofluorocarburi (Hfc), sostanze in grado di catalizzare l’effetto serra.

E ancora: Elena Long, un fisico che “ha sollevato l’attenzione sulle difficoltà e le discriminazioni subite da scienziate e scienziati lesbici, gay, bisessuali, transgender e di altre minoranze sessuali”. Ed ecco alfine la sorpresa: Nature ha inserito nella classifica anche Alexandra Elbakyan, fondatrice del sito Sci-Hub che a maggio ospitammo al Wired Next Fest, che “ha sfidato gli editori scientifici professionisti  [tra cui la stessa Nature, nda] rendendo disponibili gratuitamente (e illegalmente) online circa 60 milioni di articoli scientifici”.

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