Contro la diverticolite attenti alla carne rossa

La diverticolite viene considerata una “malattia dellOccidente”, in quanto colpisce soprattutto europei e statunitensi, probabilmente a causa di uno stile di vita sedentario e di un’alimentazione a rischio. La diverticolosi, ovvero la presenza di diverticoli, rigonfiamenti anomali delle pareti del colon, è generalmente asintomatica e si stima che il 50% delle persone sopra i 60 anni ne sia affetta; la loro infiammazione (diverticolite) si manifesta invece con sintomi acuti, come febbre, crampi o diarree, e può degenerare in patologie severe o croniche che richiedono l’ospedalizzazione. Cosa la causi non è del tutto chiaro, sebbene sembrano avere un ruolo i consumi di antiinfiammatori, il fumo e l’inattività fisica. Oggi però, uno studio condotto da un gruppo di ricercatori di Boston e pubblicato sulla rivista Gut, suggerisce che l’insorgenza della malattia possa essere favorita anche da una dieta ricca di carni rosse: ogni porzione giornaliera aumenterebbe il rischio del 18%.

Negli ultimi anni la diverticolite ha colpito un numero crescente di persone, soprattutto in età avanzata, sebbene anche l’incidenza della malattia nella popolazione più giovane sia in costante crescita. Un trattamento antibiotico è utile nelle forme lievi, ma le complicazioni, che incorrono in circa il 4% dei casi e includono emorragie, ascessi o formazione di fistole, rendono necessario il ricovero ospedaliero.

La relazione tra consumo di carne e diverticolite è stata valutata confrontando le abitudini alimentari e l’incidenza della malattia in un campione di circa 46500 uomini, che all’inizio dello studio avevano un’età compresa tra 40 e 75 anni. Tra il 1986 e il 2012, ogni 4 anni, ai soggetti interessati è stato chiesto di indicare il loro consumo medio di pesce e di carne bianca e rossa (salumi inclusi) nell’anno precedente, in una scala da “mai/meno di una volta al mese” a “sei volte al giorno”. 765 soggetti hanno sviluppato diverticolite nei 26 anni di durata dello studio, e il rischio massimo è stato associato al consumo di 6 porzioni di carne rossa a settimana. Va detto però che chi consumava più carne rossa conduceva anche uno stile di vita meno sano, fumando di più in generale e muovendosi meno, per esempio.

Non è ancora chiaro in che modo l’assunzione di carni rosse determini l’aumento del rischio: gli autori della ricerca speculano che ciò sia legato o ad un’alterazione della composizione del microbiota intestinale o ad un incremento delle sostanze infiammanti, residuo di digestione delle carni.

I ricercatori concludono che i loro “risultati possono fornire delle linee guida per i pazienti a rischio di diverticolite” e suggeriscono “la sostituzione della carne rossa non elaborata con pollame o pesce” per ridurre il pericolo di incorrere in questa fastidiosa malattia”.

Riferimenti: Gut

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