Non solo olio di palma: quando il cibo diventa di colpo tabù

di Sandro Iannaccone e Simone Valesini

Nelle ultime settimane, dopo un (breve) intermezzo di relativa quiete, è tornata prepotentemente all’onore delle cronache la questione relativa all’uso dell’olio di palma, dei suoi effetti sulla salute e della sua sostenibilità ambientale. A finire sotto i riflettori, stavolta, è stata la Ferrero, accusata di servirsi di olio di palma, per l’appunto, per il confezionamento della Nutella e di altri prodotti alimentari: l’azienda si è difesa assicurando che gli approvvigionamenti avvengono all’insegna della sostenibilità e che, soprattutto, l’olio viene utilizzato a “temperature assolutamente sicure”, che “non comportano alcun rischio per la salute”. Senza entrare nel merito della questione (che abbiamo raccontato qui con dovizia di particolari), va ricordato che il caso dell’olio di palma è tutt’altro che unico nel suo genere: negli ultimi decenni, infatti, diversi alimenti o modalità di preparazione sono finiti – più o meno immotivatamente, più o meno all’improvviso – nell’occhio del ciclone. Abbiamo provato a ricostruire la storia dei casi che hanno fatto più discutere.

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