Nuovi approcci per combattere le paralisi agendo sul sistema immunitario

Riacquistare la capacità di camminare, ri-educando il sistema immunitario, che in alcune malattie può ribellarsi, attaccando la guaina che avvolge i neuroni e provocando di conseguenza la paralisi. A raccontarlo, durante il meeting annuale dell’American Chemical Society (ACS), è uno studio sperimentale dell’University of Maryland (Usa), che ha dimostrato come un nuovo trattamento sia stato in grado di ri-educare appunto il sistema immunitario di topi paralizzati, restituendo loro la capacità di movimento. Un trattamento, ancora in fase di sperimentazione, che in futuro potrebbe combattere malattie autoimmuni umane, come la sclerosi multipla e il diabete di tipo 1.

“Il problema con le immunoterapie attuali è che non sono specifiche”, spiega l’autore Christopher Jewell. “Si comportano in linea di massima compromettendo l’intero sistema immunitario e mettendo a rischio la salute del paziente, piuttosto che concentrarsi solo su quelle cellule del sistema immunitario che provocano il danno”.

Per questo motivo, Jewell e il suo team di ricercatori si sono concentrati sui linfonodi come possibili bersagli per la creazione di una risposta immunitaria specifica. Nelle malattie autoimmuni, un gruppo di cellule immunitarie riconosce un antigene, ovvero una molecola che la cellula in questo caso identifica erroneamente come un invasore straniero, e lo porta ai linfonodi, dove un altro tipo di cellule immunitarie, le cellule T, viene programmato per attaccarlo. Nella sclerosi multipla, per esempio, le cellule T riconoscono e attaccano la guaina mielinica. Per evitare che le cellule T imparino queste cattive abitudini, i ricercatori hanno rilasciato direttamente nei linfonodi un agente in grado di modificare il sistema immunitario. Nel dettaglio si trattava di microparticelle contenenti un agente immunosoppressivo e l’antigene della mielina,  nle tentativo di far capire alle cellule T che la mileina non è un nemico da combattere.

I ricercatori hanno iniettato queste particelle nei linfonodi di topi paralizzati, affetti da sclerosi multipla. Le particelle hanno lentamente riprogrammato l’ambiente dei tessuti linfonodali per generare cellule immunitarie che fermassero l’attacco contro la mielina. Dai risultati è emerso che i topi hanno riacquistato la capacità di camminare, e che gli effetti sono durati per tutta la durata dello studio (circa 80 giorni). Inoltre, i topi sono stati capaci di rispondere prontamente anche quando sono state introdotte molecole estranee, suggerendo che il trattamento non ha compromesso la normale funzione immunitaria.

Il passo successivo sarà quello di testare il nuovo trattamento anche in altre malattie autoimmuni, come il diabete di tipo 1, una malattia in cui il sistema immunitario attacca il pancreas. Mentre, entro la fine dell’anno, il team ha in programma di eseguire i primi esperimenti sui primati non umani.

Riferimenti: American Chemical Society

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