Perché le balene sono così grandi?

(Credits: Nicholas Pyenson)

Influenzati dalla popolarità dei dinosauri che vivono nella nostra fantasia come enormi lucertole dalla taglia ineguagliabile, tendiamo a pensare che l’epoca degli animali giganteschi sia finita da tempo. In realtà, l’animale vertebrato più grande mai esistito sulla terra è ancora in vita – anche se in pericolo di estinzione. È la balenottera azzurra, che può superare i 30 metri di lunghezza. Sono state formulate molte ipotesi sul perché le balene, e non solo quelle azzurre, siano diventate così grandi, ma la mancanza di esemplari fossili che coprano tutta la loro storia evolutiva ha lasciato aperta la domanda per molti anni.

Uno studio pubblicato oggi sui Proceedings of the Royal Society B, ha finalmente fatto luce su questo mistero. Dalle nuove scoperte emerge che le balene sono così enormi da (relativamente) poco tempo e che l’aumento delle loro dimensioni è stato causato dalla loro particolare dieta e dai cambiamenti climatici avvenuti circa 3 milioni di anni fa.

Balene, cresciute all’improvviso

Tra le varie sfide che i biologi evoluzionisti devono affrontare non c’è solo la mancanza di reperti fossili che rappresentino tutte le specie mai esistite, ma anche che, pure quando i fossili si trovano, sono spesso danneggiati e incompleti. “Come si fa a misurare la lunghezza totale di una balena se tutto quello che hai è un frammento fossile?” si chiede Nicholas Pyenson, curatore della sezione dei mammiferi marini del Museo Smithsonian di Storia Naturale e autore dello studio. Il gruppo di ricerca ha messo a punto un sistema affidabile per calcolare le dimensioni totali di una balena a partire di quelle del suo cranio. Con questo strumento sono riusciti a risalire alla taglia di circa 60 specie di balene estinte, alcune delle quali sono vissute più di 30 milioni di anni fa.

Con i dati raccolti, i ricercatori hanno ricostruito l’albero filogenetico delle balene che, come un albero genealogico, collega le specie estinte con quelle attualmente esistenti. “Viviamo in un’epoca di giganti. Le balene non sono mai state così grandi”, spiega Jeremy Goldbogen, un altro degli autori dello studio. Dal lavoro emerge anche che la loro taglia si è mantenuta piuttosto costante nel corso di milioni di anni di evoluzione, ma ad un certo punto un rapido aumento delle dimensioni è avvenuto contemporaneamente in diverse linee evolutive. Non solo le specie di balene giganti sono diventate più comuni, ma quelle più piccole si sono gradualmente estinte.

La spinta dei cambiamenti climatici

Secondo i ricercatori questo è dovuto ai cambiamenti climatici avvenuti all’inizio dell’Era Glaciale. Le balene filtrano grandi quantità d’acqua per trattenere nelle fauci solo i piccoli organismi planctonici che costituiscono la loro dieta. Questa strategia di alimentazione è molto efficace quando la densità di prede è molto alta, specialmente se la dimensione della bocca e dello stomaco sono tali da permettere grosse scorpacciate.

Da quando i ghiacci hanno iniziato a ricoprire le calotte polari si è instaurato un ciclo alternato di abbondanza di nutrienti nelle acque oceaniche dovuto allo scioglimento dei ghiacci, che ancora oggi si riflette nella densità stagionale di cibo a disposizione delle balene. La grossa taglia consente di approfittare appieno dell’abbondanza al momento giusto e di intraprendere lunghe traversate transoceaniche per andare a cercare le zone più favorevoli in base al momento dell’anno.

Uomini o balene

“La nostra ricerca mostra come gli oceani e il clima attuale siano in grado di supportare i più grandi vertebrati mai esistiti” spiega Pyenson, “ma con i rapidi cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, l’oceano sarà capace di sostenere la vita di miliardi di persone e allo stesso tempo quella delle balene? Gli indizi per rispondere a questa domanda si trovano nella nostra capacità di imparare dal passato del nostro pianeta – quello da cui è sorto il nostro presente – che si trova nascosto nei reperti fossili”.

Riferimenti: Proceedings of the Royal Society B

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