Arriva il piatto ondulato, per mangiare meno

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(foto via Pixabay)

Un piatto con una superficie ondulata, in modo da ingannare l’occhio e rendere più difficile mangiare. Con il risultato di mangiare meno e più lentamente. Una soluzione che potrebbe tornare utile alle persone che stanno cercando di perdere peso, aiutandole a controllare le dimensioni delle proprie porzioni. A sviluppare il piatto, con la collaborazione del governo lettone, il grafico Nauris Cinovics, che ha presentato la sua idea al Congresso Europeo sull’Obesità in Portogallo.

L’idea alla base del progetto è chiara: ingannare la mente e farle credere di star consumando più cibo: “Il piatto sembra contenere la stessa quantità di cibo di un normale piatto, quando in realtà esso ne contiene meno”, spiega il suo ideatore.  Credere di aver consumato un intero piatto di cibo, anche se si tratta di una porzione più piccola servita in un piatto che la fa apparire più sostanziosa, può infatti aumentare la sensazione di sazietà e soddisfazione alla fine di un pasto. Il piatto, in vetro trasparente, ha anche lo scopo di rallentare la velocità a cui i pasti vengono consumati, rendendo più difficile recuperare il cibo che va a finire nelle diverse pieghe. Cinovics ha anche disegnato un set di posate del peso di 1,3 kg l’una, sempre con lo scopo di allungare la durata dei pasti (in media utilizzando queste stoviglie, si impiegano 4 minuti in più a finire di mangiare).

Per Cinovis sebbene ci siano innumerevoli studi su come l’esercizio fisico e l’alimentazione possano aiutare a dimagrire, pochi scienziati si sono occupati di studiare come stoviglie e posate possano contribuire ad una dieta più salutare grazie al cambiamento della percezione e delle abitudini. In passato però lo psicologo Brian Wansink aveva introdotto il concetto del mindless eating, il mangiare distrattamente, suggerendo di cambiare il diametro dei piatti da circa 30cm a 25cm. Un cambiamento che secondo i risultati ottenuti da uno studio poteva portare a consumare il 20% in meno di cibo ad ogni pasto.

Riferimenti: European Congress on Obesity

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