Anche il cervelletto ha le sue staminali

    Letteralmente il suo nome vuol dire piccolo cervello, dal latino “cerebellum”, e potrebbe quindi trarre in inganno. In realtà però il cervelletto ospita la popolazione neuronale più abbondante del sistema nervoso, composta inoltre da tipi cellulari estremamente eterogenei. Il suo sviluppo (peculiare rispetto al resto del cervello perché avviene prevalentemente dopo la nascita e non durante la fase embrionale) è stato finora poco studiato, e molti aspetti rimangono da chiarire. Tra questi, la localizzazione e il comportamento delle cellule staminali attive dopo la nascita, progenitori che producono i due tipi principali di cellule neurali, neuroni e cellule gliali.

    Un gruppo di ricerca del Nico (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) dell’Università di Torino, guidato da Annalisa Buffo e composto da Elena Parmigiani, Ketty Leto e Chiara Rolando) ha chiarito questi aspetti, mostrando per la prima volta sia l’esistenza e la precisa localizzazione nel tessuto di queste cellule bipotenti, sia come si moltiplicano fino al loro esaurimento.

    I risultati dello studio – pubblicati sul prestigioso Journal of Neuroscience – confermano quindi la presenza nel cervelletto di progenitori di cellule molto simili alle staminali neurali, ma che a differenza di queste non si auto-mantengono, esaurendosi dopo un paio di settimane dalla nascita. È probabile tuttavia che alcuni di questi progenitori rimangano come elementi silenti anche nell’adulto, ed è possibile ipotizzare di “riattivarli” in seguito a un danno, generando nuovi neuroni nel cervelletto che invecchia o si ammala.

    Riferimenti: Heterogeneity and Bipotency of Astroglial-Like Cerebellar Progenitors along the Interneuron and Glial Lineages; Elena Parmigiani, Ketty Leto, Chiara Rolando, María Figueres-Oñate, Laura López-Mascaraque, Annalisa Buffo, and Ferdinando Rossi, The Journal of Neuroscience doi: 10.1523/JNEUROSCI.5255-14.2015.

    Credits immagine: Nico

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