Ecco il pomodoro “iodato”

    Le piante, comprese quelle destinate all’alimentazione umana, possono essere spinte ad accumulare più iodio di quanto normalmente non accumulerebbero. A svelare come, è uno studio a firma italiana pubblicato su Scientific Report, una delle riviste del gruppo editoriale di Nature.

    Autori della ricerca sono gli scienziati della Scuola Superiore Sant’Anna, coordinati da Pierdomenico Perata (Docente di Fisiologia Vegetale) e del gruppo di ricerca di Aldo Pinchera (Docente di Endocrinologia) dell’Università di Pisa.

    In natura, lo iodio viene assorbito dalla vegetazione; questa, però, ne trattiene una minima parte, restituendo il resto all’ambiente, sotto forma gassosa. Il meccanismo scoperto dai ricercatori pisani ha ora permesso di aumentare il contenuto di iodio di frutta e verdura, eliminando la funzione di un gene responsabile della metilazione dell’elemento. Lo studio potrebbe rivelarsi importante per possibili applicazioni nella scienza dell’alimentazione, dal momento che la carenza di iodio è un aspetto della malnutrizione a livello mondiale. Nei laboratori del Sant’Anna sono già allo studio pomodori in grado di apportare l’intera dose giornaliera consigliata di iodio.

    Riferimento: M. Landini, S. Gonzali, C. Kiferle, M. Tonacchera, P. Agretti, A. Dimida, P. Vitti, A. Alpi, A. Pinchera, P. Perata. Metabolic engineering of the iodine content in Arabidopsis. Scientific Reports – 2 : 338 (2012); doi:10.1038/srep00338

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