Piante sane, anche senza pesticidi

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    Un meccanismo biochimico “naturale” potrebbe aiutare le piante ad auto-proteggersi dalle infezioni microbiche, scongiurando così il rischio di malattie che potrebbero metterne a repentaglio lo stato di salute e, soprattutto, evitando l’uso di pesticidi. È un tema abbastanza importante e sentito: le malattie infettive delle piante, infatti, provocano ingenti danni alle colture agrarie, causando perdite economiche che sono stimate, a livello mondiale, intorno ai 60 miliardi di euro annui. D’altro canto, è noto come l’uso dei pesticidi ponga purtroppo gravi problemi alla salute umana e all’ambiente.

    La scoperta è tutta italiana: un gruppo di ricercatori del dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin” della Sapienza, coordinato da Felice Cervone, Giulia De Lorenzo e Simone Ferrari, ha ideato una sorta di “macchinetta” proteica che può essere attivata nelle piante, inducendole a mettere in moto il sistema immunitario e proteggendole, in modo del tutto naturale, dalle infezioni microbiche. Il lavoro si basa sul ruolo degli oligogalatturonidi, frammenti di pectina che sono generati autonomamente e naturalmente dalla pianta quando subisce l’attacco di microorganismi o danni meccanici.   

    Nello studio pubblicato su Pnas, la rivista ufficiale dell’Accademia delle scienze americana, i biologi della Sapienza hanno osservato come le piante che attivino la “macchinetta” proteica, al momento di una tentata infezione, accumulino elevati livelli di oligogalatturonidi e siano più resistenti a patogeni di diversa natura come batteri e funghi.

    “Il sistema immunitario, sia negli animali che nelle piante, viene attivato attraverso la percezione di segnali molecolari indicatori di una situazione di pericolo”, sottolinea Giulia De Lorenzo, docente di Fisiologia Vegetale, “in particolare, frammenti prodotti dalla degradazione della pectina, un importante componente della parete cellulare che circonda ogni cellula vegetale, sono riconosciuti come segnali di pericolo.”

    “Queste ricerche mostrano come il controllo della pectina e della presenza degli oligogalatturonidi nei tessuti possa essere utilizzato per ottenere piante di interesse agronomico resistenti a un gran numero di malattie infettive, senza l’uso di anticrittogamici pericolosi per la salute umana e per l’ambiente”, afferma Felice Cervone, coordinatore del gruppo di ricerca, “e offrono ulteriori possibilità di impiego e sviluppo di strategie per la protezione delle piante”.

    Riferimenti: Benedetti M, Pontiggia D, Raggi S, Cheng Z, Scaloni F, Ferrari S, Ausubel FM, Cervone F, De Lorenzo G: Plant immunity triggered by engineered in vivo release of oligogalacturonides, damage-associated molecular patterns. Proceedings of the National Academy of Sciences 112.17 (2015): 5533-5538. Doi: 10.1073/pnas.1504154112

    Credits immagine: Bert Kaufmann via Compfight cc

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