Sclerosi multipla, come aumentare la mielina

    La mielina, il rivestimento che permette la corretta trasmissione dei segnali nervosi, è fondamentale per il funzionamento del cervello. Quando la sua produzione risulta alterata infatti, possono insorgere malattie gravi, come la sclerosi multipla. Un nuovo studio realizzato dai ricercatori del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (Nico) dell’Università di Torino in collaborazione con l’Università Statale e il Cnr di Milano, ha dimostrato che è possibile agire sugli oligodendrociti, le cellule che generano la mielina, per ripristinare la corretta produzione della sostanza, e contrastare, almeno potenzialmente, i danni causati dalla sua mancanza. La ricerca è apparsa sulla rivista Glia.

    Lo studio ha dimostrato che i progenitori degli oligodendrociti si comportano come cellule staminali, e proliferano attraverso una divisione asimmetrica, generando quindi due cellule figlie gemelle, ma predestinate alla nascita a svolgere ruoli diversi: una rimarrà progenitore e continuerà a dividersi, mentre l’altra procederà verso la produzione di mielina. Agendo sui meccanismi che regolano questa divisione è possibile quindi ri-determinare il destino delle cellule, “reindirizzandole” allo scopo di aumentare il numero di quelle che maturando generano la mielina.

    Lo studio ha inoltre rivelato che l’ambiente nel quale la cellula nasce (cervello giovane o anziano, sano o malato) ne influenza fin da subito il destino. Infine, i ricercatori hanno scoperto che la diversità tra le due cellule figlie non dipende – come accade per le staminali vere e proprie – da fattori presenti nella cellula madre, ma dalla capacità delle cellule figlie di “silenziare” i caratteri ereditati dalla madre e “accendere” l’espressione di geni associati al differenziamento. Questa ricerca apre quindi la strada alla possibilità di intervenire farmacologicamente su alcuni bersagli molecolari presenti nelle cellule figlie fin dai primi istanti della loro vita, indirizzandone il destino prima che la loro identità cellulare – progenitore o mielinizzante – si fissi irreversibilmente.

    “Uno studio importante – sottolineano gli autori della ricerca – perché offre un nuovo meccanismo bersaglio per interventi farmacologici utili a contrastare l’invecchiamento e le malattie neurologiche come la Sclerosi Multipla e l’ictus, nelle quali il bilancio tra produzione di progenitori e di cellule che possono differenziarsi producendo mielina è alterato e provoca un danno al sistema nervoso”.

    Riferimenti: Early phenotypic asymmetry of sister oligodendrocyte progenitor cells after mitosis and its modulation by aging and extrinsic factors; Enrica Boda, Silvia Di Maria, Patrizia Rosa, Verdon Taylor, Maria P. Abbracchio and Annalisa Buffo; Glia DOI: 10.1002/glia.22750

    Credits immagine: ZEISS Microscopy/Flickr

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    3 Commenti

    1. vorrei sapere se basta procedere con una R.M. senza contrasto della cervicale, encefalo, dorsale e lombare, con con una ricerca evocati motori, con un’analisi del sangue con una buona visita da un neurologo per sapere se la demielinizzazione riscontrata può portare alla Sclerosi multipla.

      Non vorrei procedere anche con la puntura lombare per l’esame del liquor perchè la temo e sono sicura che mi provocherebbe dei danni.
      Ho 66 anni e, a parte una depressione per problemi familiari tenuta sotto controllo dal mio cervello e dalla mia forza d’animo, da una difficoltà a procedere sicura per un problema di ginocchio valgo, doppia scoliosi e saldatura delle vertebre lombari e dolori alla zona lombare che mi perseguitano da trent’anni, sono abbastanza attenta, vivace e con la voglia di non mollare.
      Grazie

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