Sclerosi multipla: le forme progressive e la ricerca italiana

    L’International Progressive MS Alliance (PMSA) – una collaborazione a livello mondiale che punta la sua attenzione sulla ricerca per le forme progressive di sclerosi multipla – ha assegnato il suo secondo Bando di ricerca, dedicato alla formazione di reti di ricerca globali di eccellenza in grado di rimuovere le barriere e arrivare a un trattamento per un milione di persone in tutto il mondo con forme progressive di SM, ancora orfane di cura.

    Sono 11 le reti collaborative che sono state premiate, 3 di queste saranno guidate da italiani, come è stato annunciato oggi a Barcellona durante il 31° congresso Ectrims, che riunisce più di 8mila esperti in questa patologia. Inoltre, tra i gruppi di ricerca coinvolti nei progetti finanziati, 12 sono italiani. Gli 11 progetti selezionati avranno l’opportunità di applicare successivamente nel 2016 a uno dei tre finanziamenti di 4,2 milioni di euro per 4 anni, che permetterà di rendere operativa la rete di collaborazione.

    I premiati italiani sono il gruppo di Gianvito Martino, con un progetto di Bioinformatica per la riprogrammazione di cellule staminali in vitro per scoprire nuovi trattamenti per la SM progressiva; il gruppo di ricerca di Massimo Filippi nell’ambito dell’imaging del midollo spinale, per diagnosticare e monitorare il trattamento della forma progressiva di SM; il team di Letizia Leocani, per studiare il ruolo della la plasticità nella SM Progressiva e l’impatto del trattamento riabilitativo. Tutti e tre sono ricercatori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

    Il secondo round di finanziamenti – nel 2014 sono stati premiati altri 22 progetti – ha come obiettivo quello di accelerare la ricerca per lo sviluppo di possibili farmaci per la SM progressiva, per l’individuazione di marcatori che indichino l’efficacia dei trattamenti e per l’avvio di studi clinici.

    “Le risorse investite in passato sulle forme a ricadute e remissioni di sclerosi multipla hanno prodotto notevoli risultati dal punto di vista dello sviluppo di trattamenti e della qualità di vita delle persone con SM. La storia di questa ricerca ci porta a credere che solo facendo un investimento altrettanto importante, e globale, riusciremo a cambiare il futuro della SM anche per il milione di persone colpite da forme progressive di sclerosi multipla nel mondo”, ha dichiarato Mario Alberto Battaglia, Presidente FISM.

    “La risposta dei ricercatori d’eccellenza di tutto il mondo alla chiamata delle persone con SM è stata di proporzioni che non si sono verificate in precedenza. Questi risultati  ci dicono che dobbiamo spingere ancora di più l’acceleratore. Solo unendo le risorse e l’impegno di tutti gli attori della ricerca possiamo raggiungere gli obiettivi ambiziosi nel trovare un trattamento anche per la forma progressiva di SM ancora oggi orfana di terapie”. Paola Zaratin, Direttore Ricerca Scientifica AISM.

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