Ancora più antica la vita sulla Terra

Un gruppo di ricercatori della Scripps Institution of Oceanography di La Jolla, in California, guidati dal dottor Gustaf Arrenhius, ha annunciato (Nature, 384, 55) di avere scoperto tracce indirette di vita in rocce sedimentarie della Groenlandia che risalgono a 3,8 miliardi di anni fa. Secondo gli studiosi americani la vita sulla Terra esisteva, dunque, già 300 milioni di anni prima dei batteri fossili più antichi finora conosciuti, risalenti a 3,5 miliardi di anni fa. La scoperta, se verrà confermata, rende più fitto il mistero dell’origine della vita sulla Terra. Da un lato, infatti, aver allungato di 300 milioni di anni i tempi dell’evoluzione consente di spiegare la notevole complessità dei batteri fossili più antichi finora conosciuti. In questo intervallo di tempo le prime cellule hanno avuto la possibilità di diventare organismi complessi, come gli archeobatteri rinvenuti nelle stromatoliti d’Australia. Dall’altra, tuttavia, avere anticipato la comparsa del primo organismo a 3,8 miliardi di anni fa rende lo scenario più complicato. Non c’è dubbio, infatti, che il nostro pianeta, nato 4,5 miliardi di anni fa, sia stato bombardato nei suoi primi 600 milioni di anni da una pioggia di planitesimi così fitta e intensa da impedire l’evoluzione di qualsiasi sistema organico complesso. La pioggia di sassi cosmici sarebbe virtualmente cessata solo 3,9 miliardi di anni fa, creando le condizioni per la nascita e lo sviluppo delle molecole prebiotiche. E dunque, come ha fatto la vita a nascere e a evolvere in soli 100 milioni di anni, un tempo troppo breve per qualsiasi processo conosciuto? La domanda ammette due sole possibili risposte scientifiche. O la vita è nata e si è sviluppata con processi di rapida auto-organizzazione spontanea che ancora non conosciamo. O è arrivata già organizzata, o almeno semi-organizzata, dallo spazio. E’ davvero curioso che sia di nuovo un Arrenhius, Gustaf, a ridare credito alla vecchia teoria di “panspermia” lanciata, tra lo scetticismo generale, all’inizio del secolo dal grande chimico svedese, Svante.

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