Ecco come cambierà Internet

Prevedere il futuro di Internet è impresa ardua e affascinante. Una sola cosa è certa: la rapidità con cui la rete cambia volto. Pensiamo per esempio alla posta elettronica di cui noi tutti ci serviamo e che costituisce il risultato più concreto della comunicazione on-line. Nella sua forma attuale si avvia a diventare archeologia telematica? Forse molto prima di quanto si pensi. Intanto sono già presenti sulla rete i segnali di una sua possibile evoluzione, che riguarda anche i fastidiosi cavi e l’uso della tastiera.

Uno dei campi di intensa ricerca tecnologica, in laboratori come il MediaLab di Boston o in quelli delle grandi società di informatica, è la possibilità di creare una maggiore integrazione tra la macchina, i vari media e la vita di tutti i giorni. Pensiamo, per esempio, alle ricerche del Mit sulla foliazione del giornale elettronico. Ci sono nelle sempre più numerose “edicole virtuali” circa mille testate, tra quotidiani, periodici, fanzine e cosi via.Tuttavia, il giornale cartaceo rispetto a quello on-line mantiene una superiorità di pubblico e quindi di budget. Questo perché il “vecchio” giornale ha un’interfaccia più intuitiva. Ma cosa succederebbe se la versione elettronica permetterà un giorno il riconoscimento dei nostri gesti? Un meccanismo che non necessita di contatto, quindi senza mouse e tastiera, dotato di complicati sensori grazie ai quali basterà un gesto per muovere le pagine del giornale in avanti e indietro, in su e in giù. O alzare la mano per ottenere più informazioni, un approfondimento della notizia, o abbassarla per mostrare minore interesse.

L’idea che la nostra gestualità o i nostri atti sensoriali e volitivi possano essere riconosciuti dal computer non è un gioco d’immaginazione destinato solo ai sofisticati laboratori di ricerca, ma in alcuni casi è già una realtà. Come ad esempio, il kit del “voice type” prodotto dalla Ibm per l’office automation che consente il riconoscimento vocale con un tasso di efficienza del 95%.

Esistono già parecchi dispositivi che permettono di dare dei comandi vocali o fare delle semplici domande al computer, tipo: “Che ore sono?” e ricevere una risposta con diversi toni emotivi. Tutto ciò fa supporre, in sintonia con le proiezioni nel futuro dei ricercatori del Mit, che forse non è lontano il giorno in cui sarà possibile scrivere e spedire la posta elettronica usando solo comandi vocali. Intanto è già possibile, una volta dotati di scheda e microfonino, parlare a viva voce da un continente all’altro al costo di una telefonata al più vicino nodo Internet, grazie ai programmi di telefonia Internet di cui IPhone è il leader del mercato, sia per piattaforma mac che dos. (Chi volesse prelevare il programma può collegarsi al sito della Vocaltec).

Quando questi programmi saranno perfezionati e più diffusi, ci sarà un’ulteriore integrazione tra mezzi diversi come il telefono e la posta elettronica, per non parlare delle conseguenze di difficile previsione per il mondo della telefonia. L’integrazione più ricercata in questo momento è quella della webtv che riunisce in una sola “scatola” la Tv e la rete, con comandi molto semplificati e a bassi costi, meno di 500 dollari. Esiste già un prototipo di decoder sperimentato negli Stati Uniti dalla Philips Magnavox in collaborazione con la Sony. Ma è anche uno degli obbiettivi strategici del nuovo software in progettazione alla Microsoft. Il decoder non richiede né tastiera né mouse e permette di connettersi a Internet con lo stesso apparecchio usato per ricevere la Tv digitale.

Una delle novità più divertenti su Internet è la webcamera. Chiunque, può installare nella propria casa o in ufficio una piccola telecamera collegata al computer e trasmettere in tempo reale immagini di sé, inviare saluti o mostrare il proprio spazio di lavoro. (Se volete fare una prova collegatevi al sito http://www.mmcorp.com/~binky/webcamtoo/). L’unione della comunicazione a viva voce con le videoimmagini, permette di fare videoconferenze e incontri virtuali che coinvolgono direttamente tutti i nostri sensi, eccetto, almeno per ora, il tatto.

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