Nuovo presidente per Elettra

Cambio della guardia al sincrotrone Elettra di Trieste. Giovedì mattina il dimissionario Carlo Rubbia ha passato la mano a Paolo Maria Fasella, nominato all’unanimità nuovo presidente della società Sincrotrone dall’assemblea dei soci (Area di ricerca, Friulia, Eni Ricerche, Spi, Istituto nazionale di fisica della materia). Alla Sincrotrone si chiude così l’ “era Rubbia”: il Nobel goriziano ha condotto la società fin dalla sua nascita, ora rimarrà comunque in consiglio di amministrazione.

Paolo Fasella, romano, 66 anni compiuti a dicembre, quattro figlie, è medico ricercatore, ordinario di chimica biologica a Roma “Tor Vergata”. Ma è soprattutto un notissimo manager della ricerca. Per quindici anni (dal 1981 al 1995) ha tenuto da Bruxelles le redini della politica scientifica europea nella veste di direttore della Direzione generale “Scienza, ricerca e sviluppo” dell’Unione Europa. E ha collezionato un lungo curriculum di incarichi internazionali: al Laboratorio europeo di biologia molecolare di Heidelberg, ai programmi Eureka, alla macchina Jet e al futuro progetto Iter per l’energia da fusione termonucleare. Oltre a cinque lauree honoris causa assegnategli da altrettante università europee.

Che cosa lo ha spinto, ora, ad accettare la leadership della Sincrotrone? “Vent’anni fa usavo la luce di sincrotrone prodotta nell’anello di Frascati per ricerche sulle proteine, sui neurotrasmettitori. Adesso mi piace l’idea di contribuire al successo di questa macchina, una delle più avanzate oggi esistenti. E mi attira molto il contesto geopolitico di Trieste, cerniera tra l’Est europeo e il Mediterraneo. Io vengo da una lunga esperienza internazionale, e sono convinto che strumenti di ricerca come Elettra, così costosi in termini di danaro e di investimento intellettuale, devono avere una dimensione continentale. Del resto, già ora il cinquanta per cento degli utilizzatori del sincrotrone non sono italiani”.

Per un paio d’anni Fasella è stato presidente dell’International Centre for Science and Technology, con sede a Mosca, che aiuta la riconversione alla ricerca civile degli scienziati impiegati nel settore militare. Al progetto partecipano Stati Uniti, Giappone e Unione Europea. Ora si potrebbe pensare di inserire in questa operazione anche il sincrotrone di Trieste. Oltre ad aprire a Paesi quali l’Ungheria, la Polonia, la Slovacchia, la Slovenia, la Croazia, dove ci sono ricercatori con un’eccellente preparazione. Dal punto di vista finanziario, la chiave di volta sarebbero i fondi europei per la ricerca ai quali questi Paesi potrebbero attingere per stabilire una collaborazione duratura con il sincrotrone Elettra.

Infine i campi di ricerca. Oltre alla fisica della materia e alla biomedicina – settori nei quali esistono già una decina di “linee di luce”, operative e in via di approvazione – Fasella intende puntare sul settore chimico-farmaceutico. Ad esempio nell’analisi della qualità nella registrazione di nuovi farmaci biotecnologici, in cui la luce di sincrotrone rappresenterebbe uno strumento prezioso.

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