Le bussole telematiche del 2000

    Per chi naviga su Internet, nomi come Yahoo!, AltaVista, Lycos, Infoseek sono familiari. Sono motori di ricerca, strumenti indispensabili per reperire informazioni su un dato argomento, senza perdersi tra i milioni di siti disponibili. Come tutti i servizi offerti dalla rete, anche loro stanno evolvendo, per adeguarsi alle esigenze di utenti sempre più selettivi nei propri interessi e, diciamolo, sempre più pigri. Già da qualche tempo, i principali motori di ricerca – che oggi funzionano prevalentemente per parole-chiave – sono stati integrati con sistemi che permettono di stabilire il contesto in cui il termine deve comparire nei documenti. Ma oggi la novità principale è rappresentata dai fornitori di informazioni personalizzate: tra qualche tempo, ogni utente potrà accedere, grazie ad un numero di identificazione, ad un sito elaborato in base alle sue preferenze, con aggiornamenti, link e servizi tagliati su misura. Insomma, chi vorrà essere aggiornato periodicamente su determinati argomenti non dovrà fare altro che compilare un modulo con le proprie preferenze, e attendere che le notizie vengano inviate automaticamente nella propria casella di posta elettronica.I primi motori di ricerca sono nati agli inizi degli anni ‘90 per soddisfare l’esigenza di rintracciare informazioni in modo veloce, e controllando il maggior numero possibile di siti. “Nell’aprile del 1995, i nostri esperti che progettavano AltaVista”, spiega Francesco Violante, della Digital Inc., “hanno deciso di adottare il metodo per parole-chiave piuttosto che quello basato sulla suddivisione per argomento dei documenti in rete. Questo perché Internet è caotica e in continua espansione, e non può essere strutturata con lo stesso criterio di una biblioteca. La ricerca per parole-chiave, insomma, permette una maggiore elasticità”.I motori che sfruttano questo sistema si presentano all’utente attraverso un’interfaccia, cioè una pagina con il modulo nel quale è possibile inserire una o più parole chiave. Con il bottone “invio” si dà inizio alla ricerca: e dopo qualche secondo compare la lista di tutti i documenti reperiti che contengono la parola indicata, ordinati in base al numero di volte in cui la parola compare. Il cuore del sistema è rappresentato dal “robot”: un programma che si collega periodicamente ad una serie di siti e preleva tutti i documenti che trova. Poi, spostandosi attraverso i link, raggiunge altri siti e da quelli altri ancora, finché non ha passato in rassegna tutti i nodi della rete. I documenti prelevati vengono indicizzati, ovvero un computer identifica tutte le parole che vi compaiono e memorizza il dato per utilizzarlo quando un utente formulerà una richiesta.Chiunque abbia mai utilizzato uno di questi motori sa però che il sistema presenta qualche difficoltà. In particolare, il problema della ricerca per parole-chiave è che digitando un termine di uso comune si ottiene un elenco di decine di migliaia di documenti, nei quali la parola richiesta compare nei contesti più disparati. Ecco perché negli ultimi mesi alcune società hanno lavorato alla progettazione di servizi di “approfondimento”, per affinare le ricerche. Uno di questi è per esempio Ultrasmart di Infoseek, dopo aver effettuato una ricerca grezza su tutta la rete, Ultrasmart permette di affinarla ulteriormente con ricerche successive tra i documenti già individuati, utilizzando parole addizionali che specificano il contesto. Allo stesso scopo AltaVista ha attivato di recente l’applicazione Live Topics. Il programma analizza il contenuto delle pagine ricavate dalla ricerca e le cataloga per argomento, facilitando la selezione.Gli utenti che si collegano oggi, spiega ancora Violante, non lo fanno per il gusto di girovagare tra i siti, come accadeva agli inizi di Internet. Hanno uno scopo preciso, che sia controllare l’andamento delle azioni in borsa, i risultati delle partite o gli ultimi progressi di una ricerca in corso. Hanno poco tempo a disposizione e non vogliono prendersi cura di andare a rintracciare le informazioni. Per far fronte a questo tipo di richiesta, alcuni motori di ricerca si trasformano in agenzie di stampa. Infoseek, per esempio, ha inserito tra i servizi per il pubblico un notiziario personalizzato. E’ sufficiente registrarsi e compilare un modulo indicando dettagliatamente i propri campi di interesse. Quindi si può scegliere tra due opzioni: chiedere di ricevere periodicamente il notiziario per posta elettronica, oppure prelevare un software gratuito, il Back Web e installarlo sul proprio computer. In quest’ultimo caso, il programma stesso provvederà, con la frequenza indicata dall’utente, a formare il numero di telefono del server, a collegarsi in rete, a registrare il notiziario personalizzato e a interrompere il collegamento a operazione conclusa.Anche Yahoo!, con il servizio My Yahoo!, offre bollettini di aggiornamento su argomenti preselezionati. Il software che permette di riceverli automaticamente, però, non si collega da solo a Internet, ma approfitta dei collegamenti effettuati dall’utente per prelevare le informazioni e salvarle.La tendenza a personalizzare informazioni e servizi porterà entro qualche anno, secondo le previsioni della Digital, a una vera rivoluzione nel settore. “Altavista sarà in grado di elaborare un profilo personale per ciascun utente che ne farà richiesta”, annuncia Violante, “memorizzando i campi di interesse, i link preferiti, addirittura l’impostazione grafica della pagina, scelta tra diverse possibilità. Sarà sufficiente collegarsi ad Internet da un qualunque terminale, anche da una di quelle postazioni pubbliche sempre più diffuse nelle città, digitare l’indirizzo del motore di ricerca e il proprio numero di identificazione. Comparirà la pagina personalizzata, con il notiziario, i link preselezionati e anche un servizio di posta elettronica e conferenze on-line”.

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here