Se la natura presenta il conto

Un diamante costa miliardi. Un bicchiere di acqua è gratis. Se il valore delle cose dipendesse soltanto dal prezzo, dovremmo concludere che i gioielli valgono più dell’acqua. Ma se dei primi potremmo farne a meno, senz’acqua non potremmo vivere. I beni della natura non hanno prezzo, tuttavia il loro valore è inestimabile. E se Madre Natura ci presentasse il conto, quanto dovremmo pagare? Ogni giorno la natura offre all’uomo una grande varietà di beni: il cibo, l’acqua, l’energia e le materie prime, ma anche veri e propri “servizi” come il ricambio di ossigeno nell’atmosfera, lo smaltimento dei rifiuti, la protezione dalle radiazioni nocive del Sole, e tanta materia per la ricerca scientifica. Un gruppo di economisti ed esperti di ecosistemi, riuniti a Santa Barbara, in California, ha azzardato una stima di tutto questo: tirando le somme è emersa una valutazione complessiva di 33 mila miliardi di dollari l’anno.Nella ricerca, pubblicata sul numero del 12 maggio di Nature, gli studiosi sostengono che è necessario saper quantificare il valore delle risorse naturali per decidere, a ragion veduta, sulle questioni che riguardano l’ambiente. Tenendo conto, finalmente, di fattori importanti che spesso vengono ignorati solo perché non hanno un prezzo sul mercato. Per esempio, radere al suolo una foresta innesca una “reazione a catena” le cui conseguenze vanno valutate a fondo. Il valore commerciale delle case e dei terreni circostanti crollerà, i corsi d’acqua in breve si riempiranno dei detriti, una volta trattenuti dalle radici, e i pesci moriranno. Gli stessi detriti, riversati in mare, danneggeranno la barriera corallina, distruggendo un paesaggio naturale di grande bellezza e uccidendo pesci, crostacei e molluschi e le regioni costiere perderanno un’efficace protezione dalle tempeste e dalle correnti del mare aperto.”Alcuni sostengono che le risorse naturali non hanno prezzo”, spiegano Robert Costanza e i suoi colleghi, autori dello studio, “e che non ha senso assegnarne uno a beni da cui dipende la vita stessa dell’uomo. Eppure è ciò che facciamo ogni giorno. Ogni volta che progettiamo un ponte o un’autostrada, non possiamo prescindere da valutazioni di questo tipo. L’importante è tener conto di tutti i fattori per evitare di prendere decisioni svantaggiose per la società”. In che modo? Facciamo un esempio. Sappiamo che le balene sono una risorsa fondamentale per alcune popolazioni che ne ricavano olii e cibo. Ma quanto valgono le balene? Se considerassimo soltanto l’aspetto finanziario, arriveremmo alla conclusione che renderebbe di più cacciarle subito tutte e aprire un sostanzioso conto in banca: anche considerando i tassi d’interesse minimi, il conto aumenterebbe più velocemente di quanto si riproducano le balene. Tuttavia, oltre al valore ecologico e culturale, una valutazione solo un po’ più lungimirante mostra come le balene permettano lauti guadagni anche senza essere messe in scatola. Basti pensare alla pratica del “whales watching”: solo con il prezzo dei biglietti che i turisti pagano per vedere da vicino i giganti del mare, figli e nipoti dei vecchi balenieri guadagnano assai di più rischiando oltretutto molto meno.Per arrivare a una stima il più possibile rispettosa della generosità della natura, i ricercatori hanno esaminato più di cento lavori elaborati negli ultimi decenni da esperti di tutto il mondo. Hanno quindi suddiviso il pianeta in sedici ecosistemi: oceani, acque costiere, laghi e fiumi, deserti, foreste, ambienti urbani e così via. Inoltre, hanno individuato diciassette servizi offerti dalla natura all’uomo, come il bilancio tra ossigeno e anidride carbonica nell’atmosfera, l’acqua potabile e quella per l’irrigazione e la possibilità di svolgere attività ricreative all’aria aperta. Infine, hanno stimato il valore economico delle risorse offerte da ciascun ecosistema in un anno. Si è così visto che il 63% delle risorse proviene dal mare, soprattutto dalle acque costiere, mentre sulla terraferma gli ambienti più produttivi sono le regioni paludose e le foreste.Ne è derivato un vero e proprio “listino prezzi”. Se a livello globale la natura fornisce ogni anno servizi per 33 mila miliardi di dollari, la capacità di rinnovare continuamente le sostanze nutritive presenti nel terreno, per esempio, è di circa 17 mila miliardi di dollari, mentre quella di smaltire i rifiuti prodotti dall’uomo di 2.300 miliardi. E ancora, la rinascita di un ambiente distrutto da una catastrofe, come un’inondazione o un uragano, vale 1.800 miliardi, il bilancio tra ossigeno e anidride carbonica nell’atmosfera invece 1.300 miliardi … e l’elenco potrebbe continuare.Le stime sono approssimate per difetto, precisano gli autori, perché molti beni e servizi non sono stati considerati per mancanza di dati. Molte risorse ambientali come i prodotti agricoli, il legname o il petrolio, sono facilmente valutabili perché sono sul mercato. Ma alcuni ecosistemi come la tundra, il deserto e l’ambiente montano non sono stati ancora adeguatamente studiati dal punto di vista economico. E il valore di altri beni dovrebbe invece essere calcolato indirettamente: la bellezza di un paesaggio, per esempio, che può essere la carta vincente dell’economia turistica di una regione.

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