Storie portate dal vento

Felix Morisseau-Leroy,
Il torrente dei diavoli,
Sinnos Editrice, Roma 1997,
pp. 159, lire 16.000

Raccontati di notte, di nascosto, a bassa voce. Portati dal vento di villaggio in villaggio, anno dopo anno, di generazione in generazione. Sono racconti, favole, proverbi, indovinelli e canti degli schiavi neri, che attraverso queste storie cercavano di ricucire la loro identità sociale. Così, nell’area caraibica nasce il creolo, un misto di dialetti africani e di elementi di origine francese, come lingua franca degli schiavi neri provenienti da etnie diverse, costretti all’isolamento dai proprietari per impedire ogni ribellione.

Da poco più di dieci anni il creolo è stato riconosciuto lingua nazionale ad Haiti, e in questi giorni esce la prima traduzione italiana di tre racconti di Felix Morisseau-Leroy, considerato uno dei maggiori scrittori haitiani. Cultore della tradizione orale popolare, specialista e difensore appassionato della lingua creola, Morisseau-Leroy restituisce in questo libro i ritmi di storie nate alla fine del `700 nelle piantagioni di canna da zucchero, raccontate da donne e uomini schiavi, unica tradizione vivente di un popolo colonizzato.

Queste storie creole conservano tracce inequivocabili della terra d’origine, l’Africa – insieme a elementi linguistici della cultura india sterminata dai colonizzatori – a cui si sono sovrapposti, nel tempo, apporti locali sempre più numerosi. E la lingua creola è diventata nei secoli il simbolo del popolo haitiano che rivendica la propria identità.”Il creolo, lingua madre di tutti gli haitiani – scrive nella prefazione Marie-José Hoyet, che insegna Letteratura dei paesi francofoni all’Università dell’Aquila – è la lingua unica dell’85 per cento della popolazione, mentre solo il rimanente 15 per cento, bilingue perché scolarizzato in francese, ha accesso alla promozione sociale. Il francese è parlato ancora oggi da una minoranza detentrice del potere politico ed economico che opprime le classi rurali analfabete, e che tende a svalutare se non ad annientare l’eredità africana”. Solo nel decennio scorso il creolo haitiano, parlato da sei milioni di persone, è entrato nell’insegnamento elementare ed è diventato lingua ufficiale insieme al francese.

Per tutti questi motivi Morisseau-Leroy scrive in creolo, e nel “Torrente dei diavoli” la lingua originale figura a fronte della traduzione in italiano. Racconti portati dal vento, come recita questa collana della Sinnos, ideata da Giovanna Bertoli, che è anche la traduttrice del volume. Portati dal vento e finalmente anche arrivati in libreria, perché “l’oralità e la scrittura non si contrappongano ma si possano potenziare e fecondare l’una con l’altra”.

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