Il pericolo che viene dal cielo

Quaranta minuti di filmati sui pericoli che arrivano dallo spazio: sono quelli di “Comete e asteroidi”, la videocassetta in edicola con il numero di giugno de “Le Scienze”, realizzata in collaborazione con l’Office National du Canada e la redazione italiana di Scientific American. Le animazioni in computer graphic, con un’alta definizione di immagine, si alternano a foto della Nasa e filmati girati sui crateri provocati dall’impatto di meteoriti con la Terra. Come il cratere Barringer, in Arizona, che ha un diametro di 1200 metri e una profondità di 200 metri.

E così, ascoltando le interviste con cosmologi di fama mondiale come Shoemaker e Levy, che spiegano il rischio potenziale delle collisioni cosmiche con la Terra, si viene a sapere che basterebbe un meteorite del diametro di 2 km penetrato nell’atmosfera terrestre, per causare un danno pari a quello di mille miliardi di tonnellete di tritolo. Le conseguenze sarebbero catastrofiche per tutto il pianeta: l’atmosfera sarebbe irremediabilmente compromessa e così anche ogni forma di vita. Insomma dal cielo potrebbe innescarsi una vera a propria guerra nucleare. Come quella scoppiata nei pressi di Tungutska, la foresta Siberiana rasa al suolo da un meteorite nel 1908, testimoniata da filmati di repertorio.

Il rischio di una collisione, pur essendo remoto, non è poi così improbabile. Sulla Terra si contano fino ad oggi ben 140 crateri dovuti alla caduta di meteoriti. Nella videocassetta si vedono i più famosi e spettacolari, compreso il luogo di impatto dell’asteroide che forse provocò la scomparsa dei dinosauri 65 milioni di anni fa.

Le immagini scorrono davanti allo spettatore con un ritmo narrativo coinvolgente, che alterna le interviste agli esperti alle immagini: le più spettacolari sono quelle della fascia degli asteroidi e della Nube di Oort, il vivaio delle comete, fotografie messe a disposizione dal Jet Propulsion Laboratory della Nasa. Non mancano i filmati girati all’interno degli osservatori astronomici più famosi: dalla Specola Vaticana di Castel Gandolfo all’osservatorio astronomico super tecnologico dell’Università dell’Arizona. Chi volesse rivedere l’impatto della Shoemaker-Levy con il pianeta Giove, può anche godersi tutta la sequenza commentata dai cosmologi che hanno dato il nome alla cometa.

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