Anno 2000? Un gioco da ragazzi

    Si chiama Nicholas Johnson, ha 14 anni e vive in Nuova Zelanda. Un ragazzino come tanti, ma con in più una gran passione per i computer e un cervello per la matematica applicata. Un ragazzino che potrebbe aver trovato il modo di far risparmiare a banche, assicurazioni, agenzie, pubbliche amministrazioni, enti e università da 300 a 600 miliardi di dollari. Come? Trovando un algoritmo che aggira il problema del cambio di data nei computer allo scoccare dell’anno 2000.

    I sistemi informatici mainframe scritti in linguaggio Cobol, in cui l’anno viene indicato con due sole cifre, sarebbero infatti destinati ad andare in tilt quando dall’anno ‘99 si passerà al “misterioso” ‘00. Queste applicazioni sono state realizzate in passato per far fronte alle limitate risorse del sistema e dello spazio su disco, produrrebbero risultati al momento sconosciuti: di certo, la serie di errori logici coinvolgerebbe file, tabelle, record di database, ma anche software di base.

    Se per i possessori di un Pc casalingo moderno o di un Macintosh il problema non è mai esistito, poiché le configurazioni che gestiscono l’insieme data-ora sono state impostate sin dall’inizio su quattro campi, tutti gli altri possono ora tirare un sospiro di sollievo. E cominciare a pensare come investire altrimenti la montagna di soldi destinata alla soluzione di questo problema in apparenza banale.

    Nick, forse senza rendersene conto, ha risolto da solo una grana ormai di carattere planetario. Al momento le multinazionali di software implicate nella faccenda, su tutte la Ibm che ha da tempo allestito una sezione delegata a limitare i danni del 2000 year, sembrano scettiche: sospettano che dietro alla notizia si nasconda una pubblicità gratuita e priva di riscontri scientifici.

    Sulla stessa Internet, sempre ricca di reazioni e pronta a commentare gli sviluppi delle vicende telematiche più disparate, le reazioni sembrano limitate. Sono già trascorsi alcuni giorni da quando la Cnn ha diffuso la notizia. Ma “Updates: Year2000 conference” e “Year2000 Conversion services”, due siti che si occupano con maggiore costanza dei problemi connessi al salto nel nuovo millennio, non hanno ancora preparato commenti, né organizzato forum sul giovane Nick.

    Tuttavia a garantire il suo lavoro c’è un esperto analista di computer che da tempo studia tutte le soluzioni proposte per ovviare alla questione “anno 2000”. Il resoconto del signor Andrew Siddal non lascia dubbi: “Si tratta di una scoperta straordinaria. In passato ho avuto modo di valutare anche altre presunte soluzioni, ma nessun tentativo ha veramente risolto l’intrigo delle date come invece ha fatto il piccolo Nick”.

    Qualche perplessità comunque rimane. Per esempio, il sistema individuato in Nuova Zelanda funzionerà anche per le decine di programmi mainframe scritti in linguaggi Cobol e con le modifiche introdotte nei loro codici nel corso degli anni in tutto il mondo? In altre parole, sarà possibile standardizzare questa procedura su programmi spesso obsoleti e diversificati? Le aziende informatiche interpellate sono molto caute: le perplessità maggiori riguardano l’eventuale commercializzazione di un metodo che assai difficilmente potrà sanare un problema organizzativo articolato e di vasta portata come quello dell’impatto con il nuovo millennio. Senza dimenticare le opposizioni di tutti coloro che dietro al 2000 year avevano creato un notevole giro d’affari e ottime opportunità d’occupazione.

    La novità, se confermata, è comunque di rilevanza assoluta. Si tratterebbe di uno scacco: se da una parte sbroglia un potenziale crash telematico contro cui non sembrava esistere rimedio, dall’altra apre un vespaio di polemiche sull’affidabilità dei centri di ricerca informatica, quindi sulla competenza di tutti quei consulenti ed esperti del settore impegnati da tempo sulla questione. Quasi una beffa, insomma. Il ragazzo prodigio sostiene infatti che il “trucco” non è poi così complesso come si potrebbe pensare. In barba ai miliardi investiti dai super-esperti…

    Sberleffi a parte, i benefici saranno notevoli. In Italia a rallegrarsi della scoperta sarà soprattutto la pubblica amministrazione, che gestendo i dati di una rete telematica sostanzialmente arretrata ha l’opportunità di ridurre drasticamente i costi (valutati nell’ordine dei 100 miliardi) per l’adeguamento al cambio del millennio. Per ora sul contenuto del metodo che eviterebbe la “morte automatica” dell’80% dei sistemi informatici anteriori al 1990, vige il più assoluto top secret. E l’algoritmo “salva programmi” è stato immediatamente sottoposto a regime di copyright.

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