Cresce l’Italia digitale

Oltre due milioni e 300mila gli utenti di Internet in Italia, con un aumento del 2,1% sul marzo di quest’anno. Più di 57.000 aziende italiane collegate in rete (l’ultimo dato, relativo a sei mesi fa, ne riportava 44.000). Oltre 300mila i navigatori con un proprio abbonamento. Queste le cifre dell’ultimo rilevamento dall’Osservatorio Alchera e le ultime stime dell’Anee (Associazione Nazionale Editoria Elettronica). Cifre che danno il segno che l’era digitale sta “fiorendo” anche in Italia, riprendendo un felice titolo dell’Economist di alcuni anni fa: “Let the digital age bloom”.

L’Italia sta infatti seguendo il trend di crescita che interessa tutti i paesi altamente industrializzati, e che porterà nei prossimi anni, sempre secondo le previsioni di Alchera, a 9 milioni di utenti italiani in rete. “Da sogno di pochi, Internet diventa realtà”, ha dichiarato Raimondo Boggia, presidente dell’Alchera Strategic Vision. Ogni settimana decine di migliaia di italiani imparano a considerare la rete come un servizio indispensabile. E così, dal 5% degli utenti attuali si potrà arrivare al 20%: è questo infatti il pubblico potenziale che nei prossimi anni, se adeguatamente motivato, potrebbe avvicinarsi ad Internet.

Internet sta dunque vivendo un momento di crescita vorticosa, soprattutto nel mondo occidentale. Le previsioni più attendibili dicono che nel 2001 gli utenti della rete di reti nel mondo saranno dai 300 a 500 milioni, un numero equivalente a più di un terzo delle persone che oggi fanno uso del telefono. Anche i dati sulla diffusione dei siti web sono incoraggianti, e danno il polso della crescita d’interesse da parte non solo degli utenti ma anche di chi cerca di investire in rete. Dati che pongono l’Italia al decimo posto nella classifica, con un forte aumento negli ultimi sei mesi. Si è passati infatti dai 14mila dei primi mesi del ‘97 ai 112mila di luglio.

E tuttavia, nonostante lo sprint degli ultimi tempi, l’Italia telematica è ancora lontana dalle capolista. In testa alla classifica, come sempre, sono gli Stati Uniti con 10,8 milioni di indirizzi. Distanziato di molte lunghezze segue il Giappone, con un milione di host, e poi Germania e Gran Bretagna, con 900 mila host ciascuno. Ancora grandi numeri per l’Australia e il Canada, con 700 mila, poi Olanda, Francia e Svezia con 300 mila.

Il fenomeno Internet, inoltre, potrà costituire una nuova opportunità d’investimento anche per i paesi in via di sviluppo. Lo hanno capito i paesi latino-americani, che mostrano tassi di crescita molto interessanti. Se infatti, negli Stati Uniti – secondo un recente rapporto dell’Unione Mondiale delle Telecomunicazioni (Uit) – i collegamenti Internet per motivi di lavoro rappresentano i due terzi del totale e in Europa meno di un quinto, in paesi come Messico, Brasile e Argentina arrivano solo all’l’1 per cento. Ma il continente sudamericano è in piena rimonta: negli ultimi mesi la crescita maggiore si è registrata proprio qui, con il 152 per cento, contro il 90 per cento degli Usa e il 63 per cento dell’Europa. Fuori dalla competizione mondiale resta invece buona parte dei paesi medio-orientali.

Uno dei fattori trainanti dell’interesse per la Rete è senza dubbio la possibilità di aprire nuovi commerci. Sebbene ancora non si abbiano dati esaustivi sulle vendite on line, alcuni numeri possono già considerarsi significativi. Infatti, secondo le cifre di Zona Research, una società di ricerche specializzata nel mercato del mondo telematico, nel 1996 Internet ha registrato un volume globale di vendite pari a 35 miliardi di dollari. In particolare, metà di questo giro d’affari sarebbe costituito da investimenti in infrastrutture per le telecomunicazioni. Ma è il mercato di largo consumo ad avere il predominio. Si calcola, infatti, che il numero di personal computer attrezzati per una connessione alla rete globale salirà, nel 2000, a 206 milioni di unità, pari a un tasso di crescita annua di 52 milioni di unità.

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