La fabbrica dei bambini

In Italia il dibattito sulla fecondazione artificiale è più che mai acceso. Soprattutto oggi, dopo i fatti di Firenze, dove una clinica ha utilizzato il seme di un donatore infetto dal virus dell’epatite C per consentire ad alcune coppie infertili di avere quel figlio che per vie naturali non sarebbe mai arrivato. Scoperto l’inganno, centinaia di coppie sono cadute nel panico: c’è il rischio che madri e figli siano rimasti contagiati da uno sconosciuto padre biologico.

Ma l’episodio del seme infetto non è che un caso emblematico del cosiddetto “far west” all’italiana della provetta. Nel nostro paese, infatti, manca una legge (soltanto di recente la Commissione Affari Sociali della Camera ha presentato un testo unificato sulla procreazione medico-assistita) e non vengono effettuati i controlli sull’attività dei centri.

In pratica tutto è permesso. Mamme-nonne, madri-sorelle, uteri in affitto, fecondazione con seme di marito deceduto, e via dicendo, fino all’inseminazione da donatore infetto. Soltanto la deontologia professionale porta molti medici a mettere un freno alle aberrazioni a cui può portare l’odierna tecnologia.

Ma in cosa consiste effettivamente la fecondazione medicalmente assistita? Ecco una rassegna delle principali tecniche oggi in uso.

Inseminazione artificiale omologa
È il metodo di fecondazione artificiale più antico. Risale al 1700, anche se ormai è stato praticamente spodestato da tecniche più raffinate. Consiste nel prelievo e nella deposizione dello sperma del partner in vagina. Vi si ricorre in caso di ipospadia – una malformazione dell’uretra – disfunzioni sessuali (vaginismo, impotenza, eiaculazione precoce), oligoastenospermie e malposizioni del collo dell’utero. Prima di ricorrere all’inseminazione, viene misurata la temperatura basale, si analizza il muco e si effettua un’ecografia per individuare i giorni prossimi all’ovulazione (l’ovulo deve essere fecondato nel giro di 12-24 ore). Attraverso una cannula, si inietta lo sperma nella prima parte del collo dell’utero. Nei casi di ipospadia e di problemi sessuologici le propababilità di successo della tecnica si aggirano attorno al 50 per cento, in altri casi scendono al 10-12 per cento.

Inseminazione artificiale eterologa (Aid)
È l’inseminazione con seme di donatore. È possibile utilizzare seme appena eiaculato oppure seme congelato, conservato a una temperatura di -196 gradi centigradi, che ne permette una sopravvivenza praticamente illimitata. Il liquido seminale viene iniettato nella vagina o nel canale cervicale oppure direttamente nell’utero. Già nell’Ottocento, il medico Paolo Mantegazza pensava a una banca per conservare lo sperma dei soldati in partenza per la guerra. Ma i primi esperimenti di congelamento risalgono ai primi decenni del nostro secolo, anche se per molto tempo l’interesse è rimasto concentrato soprattutto sulla conservazione di spermatozoi bovini a scopo zootecnico. Oggi le banche del seme permettono di conservare il liquido seminale umano di donatori, esenti da malattie infettive o ereditarie, e di uomini che rischiano di perdere la loro fertilità per interventi chirurgici o radianti ai testicoli.

Inseminazione intraperitoneale
Con questra tecnica si immettono gli spermatozoi nello spazio intraperitoneale retrouterino, da dove vengono “aspirati” dalle tube grazie al loro stesso movimento. I risultati sono migliori se prima viene indotta un’ovulazione multipla, che si ottiene con la somministrazione di farmaci. L’inseminazione si pratica dopo circa 36-40 ore. Ma prima di essere utilizzati, gli spermatozoi sono sottoposti a un processo detto di “capacitazione”: lo sperma viene diluito in un mezzo di coltura, quindi centrifugato, incubato e selezionato. Gli spermatozoi “capacitati” vengono quindi immessi con un ago molto sottile nella vagina. La tecnica è ambulatoriale, poco costosa e poco invasiva. Viene riservata a casi di infertilità “sine causa”, cioè quelli le cui origini non sono chiare, oppure in presenza di problemi alla cervice uterina. Le probabilità di successo si aggirano attorno al 35-40 per cento.

Fivet (fertilizzazione in vitro ed embriotransfert)
Oggi Louise Brown, la prima bambina nata in provetta, ha quasi vent’anni. E ormai centinaia di centri in tutto il mondo sono attrezzati per questo tipo di tecnica e diverse decine di migliaia i bambini sono nati grazie alla Fivet. La tecnica, che permette l’incontro dei gameti materno e paterno in vitro, prevede la stimolazione dell’ovulazione con farmaci e il prelievo degli ovociti prima dell’ovulazione con la guida dell’ecografia. Con aghi sottilissimi si fora il follicolo e si aspirano il liquido seminale e l’ovocita. Gli ovociti vengono quindi trasferiti in un terreno di coltura. Contemporaneamente, si raccolgono dai 60 mila ai 100 mila spermatozoi capacitati. Ovuli e spermatozoi vengono incubati a 37 gradi e a distanza di 12-24 ore si valuta se c’è stata la fecondazione. Gli embrioni ottenuti vengono trasferiti in utero non appena hanno raggiunto lo stadio di otto cellule. La Fivet viene indicata nei casi di impervietà tubarica (cioè per assenza congenita delle tube o per asportazione chirurgica oppure per chiusura delle tube dovuta a infiammazioni pelviche), cioè nei casi in cui non è possibile l’incontro fra ovulo e spermatozoo. La percentuale di successo non è molto elevata: si arriva a un valore medio di 11,8 gravidanze con nascita di bambini vivi per ogni 100 cicli di stimolazione. Il costo si aggira attorno ai 10-12 milioni.

Gift (trasferimento intratubarico di gameti)
In quest tecnica, gli ovociti aspirati dai follicoli vengono trasferiti immediatamente, assieme al liquido seminale capacitato, direttamente dentro la tuba, con l’aiuto della laparoscopia (l’introduzione di un endoscopio a fibre ottiche consente al medico di seguire sul video il percorso). L’incontro dei gameti si realizza così nel tratto superiore della tuba, la sede naturale della fecondazione. Da qui gli ovociti fecondati risalgono fino all’utero e si impiantano così come avviene normalmente. La Gift è consigliata nei casi di endometriosi, aderenze peritubariche, ostilità del muco cervicale, presenza di anticorpi antispermatozoo, riduzione della concentrazione e della motilità degli spermatozoi. Unica condizione indispensabile per ricorrere a questo metodo è che almento una delle due tube sia sana. Il costo si aggira sui 10-12 milioni.

Zift e Tet, trasferimento intratubarico degli zigoti
Queste tecniche sono una combinazione dei metodi Fivet e Gift, e tra loro si differenziano soltanto per il diverso stadio di sviluppo in cui gli embrioni sono trasferiti nella tuba. Anche in questo caso si comincia con la stimolazione ovarica, poi si recuperano gli ovociti che, 24 o 48 ore dopo essere stati fecondati, vengono reinseriti nella tuba. Al microscopio si segue l’avvenuta fecondazione e, nel caso della Tet, anche le prime divisioni cellulari. La tecnica si serve sia della tecnica della fecondazione in vitro, sia dell’ambiente naturale costituito dal grembo materno. Alla Tet e alla Zift si ricorre soprattutto in caso di sterilità maschile.

Icsi, iniezione intracitoplasmatica degli ovociti
Un singolo spermatozoo viene iniettato nel nucleo di un ovocita. L’embrione ottenuto viene quindi trasferito in utero. Con questa tecnica è stato possibile rendere padri molti uomini infertili. Si applica infatti quando il numero degli spermatozoi è troppo basso per l’inseminazione naturale o per utilizzare altri metodi di procreazione assistita. Un intervento Icsi costa attorno ai 20 milioni, ma la sua applicazione in Italia è in crescita perchè a differenza dell’inseminazione artificiale eterologa con seme di donatore, consente di mantenere la paternità biologica e di trasmettere i caratteri ereditari del maschio della coppia. Alcuni centri stanno provando anche un’altra metodologia, figlia dell’Icsi: si tratta del cosiddetto “hatching”, che consiste nello “sbucciare” leggermente la parete dell’ovocita che oppone resistenza alla penetrazione degli spermatozi.

Tesa e Mesa
Oggi è possibile prelevare spermatozoi anche quando non si trovano nel liquido seminale. Questi, infatti, possono essere presi direttamente dal testicolo. Con la tecnica detta Tesa, gli spermatozoi vengono prelevati facendo una piccola incisione su un testicolo. Con la Mesa, invece, gli spermatozoi vengono aspirati con un ago dall’epididimo, serbatoio di spermatozoi ancora immaturi (spermatidi), si fanno maturare in vitro e quindi vengono usati per la Icsi.

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