Militari, scomodi vicini

“Vivere accanto a una base è come vivere da sequestrati. Ma troppi, a partire dagli amministratori locali, vengono colpiti da una sindrome di Stoccolma collettiva”. E’ la denuncia di Tiziano Tissino, membro del “Comitato unitario contro Aviano 2000”, che con altre associazioni ha organizzato il convegno “Gettiamo le basi, contro la militarizzazione del territorio e della società, per un Duemila senza basi militari” (a Pordenone, il 6 e 7 dicembre).

“Nonostante i disagi imposti dalla base”, continua Tissino, “la maggioranza della popolazione è favorevole o rassegnata alla presenza americana. Gli abitanti della provincia di Pordenone paiono innamorati, o quanto meno affezionati ai loro sequestratori, che invece ci privano dei nostri diritti: il diritto alla salute, a un ambiente sano, il diritto di sapere e di decidere, il diritto a un futuro per noi e per chi ci seguirà. Ma quel che è peggio, è che tutto questo è stato possibile solo perché è stato accettato come normale, naturale, da buona parte della popolazione. Il sequestro dei nostri diritti è stato non solo subito, ma giustificato, accolto con favore, addirittura in qualche caso reclamato a gran voce”.

Parole durissime, quelle che arrivano dal Comitato. Che in due anni di attività ha organizzato diverse iniziative per denunciare i danni causati dalla base e per tentare di inquadrare la presenza militare statunitense in un contesto più ampio: quel “Nuovo ordine mondiale” che altro non sarebbe se non la “difesa degli interessi degli Stati Uniti d’America nel mondo”. Ma negli ultimi tempi la consapevolezza dei rischi che la base di Aviano rappresenta è cresciuta nella popolazione. Anche in seguito all’inchiesta sui misteri dell’Argo 16 (l’aereo dei servizi segreti italiani abbattuto nel 1973 sui cieli di Marghera forse dal Mossad israeliano-ndr) condotta nel 1996 dal giudice Mastelloni.

Tra l’altri si è scoperto che a partire dagli anni Sessanta la base di Aviano ospita testate nucleari. E l’associazione “Un ponte per…”, ricorda che Aviano è stata la base di partenza per i raid aerei nei Balcani, dove furono impiegate le munizioni all’uranio impoverito, presumibilmente conservate nei sotterranei di questa base. I proiettili di uranio impoverito perforano facilmente l’acciaio, e costano pochissimo, dato che si tratta di un materiale di scarto dell’industria bellica. Ma sono radioattivi: utilizzati per la prima volta nella guerra del Golfo (350 tonnellate), questi proiettili sarebbero i responsabili del sensibile incremento dei casi di leucemia nella popolazione irachena e della stessa “sindrome del Golfo”, malattia che avrebbe colpito (stando alle associazioni dei veterani americani) circa 60 mila soldati statunitensi.

Al convegno “Gettiamo le basi” si parlerà anche del significativo impatto ambientale determinato dai rifiuti tossici (di varia origine) e dall’inquinamento acustico e atmosferico causato da migliaia di decolli e atterraggi che si registrano ogni mese sulle piste dell’aeroporto militare.

“L’intera base”, spiega Giuseppe Rizzardo, dell’associazione L’ambiente è vita, “si trova nell’alta pianura pordenonese, territorio che, insieme alle risorgive poste immediatamente a sud, costituisce un fenomeno di grande rilevanza naturale, dagli equilibri molto delicati. Sappiamo per certo che 4.500 litri di carburante sono fuoriusciti da una delle cisterne interrate della base. Ma a distanza di sette anni dall’incidente, l’area non e` stata ancora bonificata, nonostante l’ordinanza del sindaco. E la magistratura non ha potuto accertare responsabilità, in virtù degli accordi internazionali”.

Ma Aviano non significa solo aerei, bombe e rischi per la salute dei cittadini: dopo la Zanussi la base è l’azienda più importante del Friuli occidentale. “L’economia della provincia di Pordenone”, si legge in un documento della Consulta per la pastorale giovanile della Diocesi di Pordenone, “è completamente dipendente dalla presenza Usa e incapace di diversificare le proprie attività produttive”.

La pressione sul mercato immobiliare è così forte che il prezzo degli affitti è straordinariamente alto, e costringe molti a trasferirsi altrove. Vi è anche un riflesso sul commercio al dettaglio, con un sensibile incremento dei prezzi al minuto. Con Aviano 2000 questi effetti si moltiplicherebbero.

“La base”, continua l’analisi della Consulta, “si propone come una rassicurante guardiana della sicurezza e della stabilità in Europa e nell’intero Mediterraneo. Questa presenza muscolare veicola il culto della forza e dell’efficienza tecnologica dei mezzi di distruzione e di morte. Il futuro dell’umanità sembra doversi affidare alla costruzione di sistemi sempre più distruttivi e letali, e comunque alla prospettiva dell’intervento armato risolutore più che alla diplomazia. Fino a che punto è giusto subire una servitù imposta secondo una logica di interessi la cui vastità sfugge, e non è controllabile per chi vive in zona? Fino a che punto una cultura della forza e della violenza può essere respirata senza che i modelli di comportamento collettivi e individuali ne risentano?”.

Per informazioni: Comitato Unitario Contro Aviano 2000, via Luigi Pirandello 22, Pordenone, fax: 0434/520235 telefono: 0434/550249
e-mail: cuca2000news@theOffice.net

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