Nati per parlare

A pochi mesi di vita un bambino è già impegnato attivamente nella comprensione delle regole base del linguaggio. E ci riesce piuttosto bene, a giudicare da i risultati di una ricerca della New York University pubblicata sulla rivista Science. Lo studio, condotto da un’équipe di psicologi guidata da Gary Marcus, ha trovato nei bambini di soli sette mesi d’età una particolare attitudine alla ricerca di regole astratte e alla loro generalizzazione. Per l’occasione i ricercatori hanno inventato un linguaggio con delle frasi a schemi fissi e formate da tre suoni di una sillaba l’uno: per esempio “li ti li” (schema A-B-A), “li ti ti” (A-B-B), “li li ti” (A-A-B). Ogni bambino ha ascoltato prima un gruppo di frasi tutte costruite nello stesso modo, poi un insieme misto con frasi modellate su diversi schemi. Quando lo speaker pronunciava una frase si accendeva una luce rossa. Calcolando l’intensità con cui i bambini la fissavano, nello sforzo di comprendere i suoni sconosciuti, i ricercatori hanno misurato il loro livello di attenzione. Nel 90 per cento dei casi i bambini hanno ascoltato più attentamente le frasi con uno schema diverso da quello usato nella prima serie, dimostrando così di percepire la differenza. Lungi dall’essere passivi, ha dichiarato Marcus, i bambini si sforzano continuamente di comprendere il linguaggio analizzandolo e cercandovi delle regolarità. Se i risultati di Marcus verranno confermati, il test messo a punto per lo studio potrà essere impiegato per la diagnosi precoce dei disturbi del linguaggio. (l.g.)

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