Galassia a sorpresa

La nostra galassia, la Via Lattea, sta cambiando forma. I dati del satellite Hipparcos, dell’Agenzia spaziale europea, dimostrano che le stelle più distanti della nostra galassia stanno seguendo orbite inaspettate. Questo signifca che in futuro l’aspetto della Via Lattea potrebbe essere diverso da quello che gli astronomi conoscono.

La scoperta è stata annunciata da un team di studiosi dell’Osservatorio astronomico di Torino e dell’Università di Oxford che hanno pubblicato i loro risultati sull’ultimo numero di Nature. Secondo gli autori, si tratta di un risultato sorprendente, che potrebbe gettare nuova luce sui meccanismi e le forze che governano il moto dei corpi celesti nella nostra e nelle altre galassie.

Già da parecchi anni gli astronomi sanno che la Via Lattea ha una forma approssimativamente piatta, simile a un disco, con un leggero rigonfiamento al centro. Ma il disco è leggermente distorto: in direzione della costellazione del Cigno, le stelle ai confini della galassia sono al di sopra del piano del disco, mentre dalla parte opposta, verso la costellazione di Vela, gli astri sono al di sotto. Insomma, la Via Lattea assomiglia un po’ alla falda di un cappello poggiato sulle ventitré. La novità è che proprio questa forma distorta starebbe cambiando.

Tutte le stelle della Via Lattea orbitano attorno al suo centro. Il Sole, per esempio, compie un giro completo in 220 milioni di anni. Se la forma “a falda di cappello” fosse rigida, le orbite delle stelle dovrebbero seguirla. In direzione della costellazione del Toro, a metà strada tra Vela e il Cigno, il percorso delle stelle dovrebbe essere “in salita”, e tra qualche milione di anni questi astri dovrebbero aver rimpiazzato quelli del Cigno nel punto più alto del disco galattico. Gli astronomi avevano calcolato che questi oggetti dovessero salire a una velocità di circa otto chilometri al secondo. E invece ecco la sorpresa: secondo i dati di Hipparcos, queste stelle non stanno affatto salendo, anzi sono in discesa a circa sette chilometri al secondo. “E’ un risultato che ci ha stupito molto”, afferma Richard Smart, dell’Osservatorio di Torino, “ma la straordinaria accuratezza dei dati di Hipparcos ci ha convinto che queste stelle lontane hanno effettivamente un’orbita diversa. Se riuscissimo a scoprirne la ragione saremmo anche in grado di conoscere gli aspetti sconosciuti delle forze gravitazionali in gioco nella nostra e nelle altre galassie”.

Il satellite Hipparcos, lanciato nel 1989, è in grado di misurare la posizione e l’orbita dei corpi celesti con una precisione mai raggiunta fino a oggi. Nel suo catalogo sono immagazzinati i dati sui moti di oltre 118 mila astri. Il gruppo di Torino e Oxford ha selezionato le osservazioni relative a 2422 stelle azzurre molto luminose, scegliendo quelle ad almeno 1600 anni luce da noi. Ma la scoperta di queste orbite inaspettate non è l’unica novità che ci ha regalato Hipparcos. Gli astronomi hanno infatti scoperto che la distorsione della Via Lattea inizia già all’interno dell’orbita del Sole, vicino al centro della galassia, e non rigurda solo le regioni più esterne.

Ma perché la Via Lattea e molte altre galassie hanno questa forma distorta? La questione sfida le teorie degli astronomi da alcune decine di anni. Le ipotesi non mancano: dai venti intergalattici a distorsioni di origine magnetica. Secondo alcuni studiosi la deformazione sarebbe dovuta all’invisibile materia oscura. Ma i dati di Hipparcos sembrano non confermare questa teoria perché la materia oscura provocherebbe sì una distorsione, ma fissa e permanente. A prendere quota è invece l’ipotesi che il fenomeno sia dovuto a una sorta di “effetto marea” provocato dal passaggio ravvicinato di altre galassie, per esempio le Nubi di Magellano o la Galassia Nana del Sagittario. Insomma, per gli studiosi il lavoro non manca. Anche perché, come dice Mario Lattanzi del gruppo di Torino: “Ogni volta che otteniamo risultati sperimentali più precisi, si apre una nuova sfida alla nostra comprensione della Via Lattea”.

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