Stazione Alfa, un parto difficile

Sarà messo in orbita entro l’autunno prossimo il nucleo della futura stazione spaziale internazionale. A trasportare il modulo di servizio, ancora in costruzione in Russia, sarà un razzo, lanciato dal Cosmodromo del Kazakhstan. Dovrebbe così iniziare la seconda fase, dopo tanti rinvii e studi di laboratorio, dell’ambizioso progetto, frutto della collaborazione di Stati Uniti, Russia, Canada e dell’ente spaziale europeo (ESA), oltre che di Giappone, Brasile e Svizzera.

Per l’assemblaggio della stazione Alfa, che dovrebbe concludersi entro il 2003, saranno necessari circa 105 viaggi, tra shuttle targati USA e razzi russi. La collaborazione tra Stati Uniti e Russia si è rivelata più difficile del previsto: separati da un gap tecnologico ed economico non trascurabile, tra i due paesi non sono mancati motivi di scontro. Ad esempio sull’affidabilità dei vettori russi, che è stata stimata soltanto al 93,2 %, contro il 99,6 % degli shuttle, e ciò fa ritenere che alcuni lanci falliranno, perdendo il carico. Ultimo motivo di contrasto, il nome definitivo da assegnarle. L’Italia, ha proposto di chiamarla “Columbus” ma il Giappone si è opposto: dare un nome di persona a un oggetto inanimato è contrario alla sua tradizione culturale.(f.u.)

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