Aspettando il Planetario

Roma città di scienza? Forse dal prossimo anno. E’ prevista infatti la riapertura del Planetario, chiuso nel 1983, e mai più riattivato. Per dare ai romani la buona notizia è stata inaugurata una mostra, “Aspettando il Planetario”, nella chiesa di Santa Rita a piazza Campitelli, accanto al teatro Marcello.

Fino al 14 giugno saranno esposti, negli spazi sconsacrati della chiesa, immagini e pannelli che illustrano lo stato dei lavori del progetto di riapertura, reso finalmente possibile grazie agli stanziamenti ottenuti dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio. Organizzata dal Comune di Roma in collaborazione con Musis, il museo della scienza e dell’informazione scientifica, la mostra si articola in diverse sezioni. E non si limita alla presentazione del progetto del “nuovo” Planetario, che troverà la sua sistemazione all’interno del Museo della Civiltà romana all’Eur. Una sezione è infatti dedicata alla storia del vecchio Planetario di Roma, inaugurato nel 1928, collocato nella Sala della Minerva alle Terme di Diocleziano: prima città italiana ad avere un planetario, Roma è stata anche la prima e l’unica a chiuderlo.

Il percorso guidato della mostra si snoda tra le immagini suggestive dei primi strumenti che tentavano di riprodurre il moto dei pianeti nella volta celeste fino ad arrivare ai più moderni planetari esistenti oggi nel mondo, il tutto corredato da esaurienti e ironiche note curate da Giangiacomo Gandolfi, che si è occupato anche della postazione Internet. Sì, perché la mostra può essere visitata anche virtualmente presso il sito del Comune di Roma.

Oltre alle suggestioni delle immagini spaziali, proiettate sulla volta dell’abside da un proiettore che intende riprodurre un piccolo “effetto planetario”, la mostra ospita anche le opere di Laura Squarcia ispirate agli oggetti celesti. Tra le altre, un curioso omaggio a Margherita Hack, alla maniera di Andy Warhol.

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