Un indizio nella cellula CD8

Ripetute, minime esposizioni al virus Hiv potrebbero rendere immune l’organismo. Lo affermano i ricercatori dell’Aids Research Institute dell’Università della California, in uno studio presentato in questi giorni alla conferenza di Ginevra. La ricerca è stata condotta su 60 persone considerate altamente a rischio ma che, a dispetto della prolungata esposizione all’Hiv, non hanno sviluppato anticorpi al virus del quale non v’è traccia alcuna nemmeno nel sangue,anche secondo i test più accurati. Nei soggetti studiati è stata però riscontrata la presenza di una particolare cellula immunitaria, la CD8 + TL’, che riesce a inibire la duplicazione del virus senza uccidere le cellule infettate, ed è particolarmente attiva nei sieropositivi asintomatici e nei cosiddetti “Long term survivors”, ossia i malati a lungo termine. Esclusa la possibilità di una protezione di natura genetica, i ricercatori pensano che possa essere stata la ripetuta esposizione all’Hiv a produrre in queste persone un incremento dell’attività immunitaria. Ma è solo un’ipotesi. La causa di questo fenomeno”, spiega Jay Levy, coordinatore della ricerca, “è ancora sconosciuta, ma, una volta scoperta, sarà possibile indurre negli organismi la risposta immune sviluppando così il vaccino”.(l.g.)

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