Troppo turismo minaccia l’ambiente

Godere la natura è un diritto anche quando rischia di danneggiarla? E’ la domanda che si sono recentemente posti gli ambientalisti americani nel vedere che il turismo crescente sta mettendo in serio pericolo proprio quelle aree, i parchi naturali, che dovrebbero essere maggiormente protette. L’anno scorso i parchi statunitensi hanno infatti ospitato ben 279 milioni di visitatori: troppi, se si pensa che gli americani sono 245 milioni e che, come osserva il portavoce del National Park Service David Barna, “ogni anno i visitatori aumentano di 10 milioni”. Insomma, anche l’industria turistica sta diventando una minaccia; “vivere” la natura ha un costo, e molto alto. Diventa un pericolo per animali in via di estinzione come il lamantino nelle paludi della Florida e rischia di distruggere con le sue strutture ricreative bellezze naturali come il Glen Canyon in Arizona. La tensione ora è alle stelle e tra gli esperti il dibattito sul “turismo sostenibile” è all’ordine del giorno. Il National Park Service ha proposto di porre delle restrizioni almeno sull’uso di veicoli a motore nei parchi, e gli ambientalisti più accaniti vorrebbero anche la chiusura al traffico di molte strade, sentieri e piste sciistiche. Mentre le associazioni turistiche sostengono che l’aumento del numero dei sentieri porterebbe a una minore concentrazione del turismo in poche aree. E su tutti si impone la voce della rivista ambientalista Earth First! “Il turismo si preoccupa solo degli uomini”, tuona l’editor Therese Kintz. “Ma il diritto di questi ecosistemi a esistere va ben al di là del loro valore per gli uomini”. (c.d.m.)

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