Margherita Hack
Sette variazioni sul cielo
Raffaello Cortina Editore
Milano 1999
pp.248, lire 35.000
Il cielo continua ad essere il polo d’attrazione principale dell’uomo. Non solo come fonte di ispirazione e di meditazione esistenziale, ma come luogo di esplorazione e di scoperta. Perché nonostante la ricerca scientifica abbia oggi a disposizione strumenti tecnologici molto sofisticati, la conoscenza dell’Universo è ancora all’inizio. Anche se non ai suoi primi passi. Il racconto di Margherita Hack ripercorre tutte le tappe di questo cammino: dalla teoria eliocentrica di Aristarco di Samo alle contaminazioni medievali fra astrologia e astronomia; dalle scoperte di Copernico, Keplero e Newton alle osservazioni astronomiche di Galileo che segnano la nascita dell’astrofisica moderna. Fino all’idea – contenuta nelle equazioni della relatività – dell’espansione dell’Universo che rivoluziona nuovamente la cosmologia contemporanea. Uno scossone – questo – paragonabile alla scoperta copernicana perché ci costringe ancora una volta a spostare il punto d’osservazione dall’Universo al “Multiverso”.
Il Novecento, sottolinea Margherita Hack, è anche il secolo delle esplorazioni spaziali e delle tecnologie avanzate: lo sbarco dell’uomo sulla Luna, i satelliti artificiali e delle sonde interplanetari segnano l’inizio di una nuova epoca. E alimentano aspettative, affascinanti e inquietanti al contempo, come quella di trovare in altri pianeti la presenza di vita extraterrestre. Del resto, spiega la scienziata, il cammino della conoscenza alla scoperta del cosmo e delle sue leggi è sempre stato accompagnato da entusiasmo ma anche da dubbi e paure. Di fronte ad un Universo che ha avuto un inizio – il Big bang – ed è in continua evoluzione, l’uomo si chiede ora se questo processo è destinato a continuare all’infinito o se il Cosmo si annullerà con una sorta di implosione finale. Infine, se gli scenari apocalittici riportati alla ribalta da recenti pellicole cinematografiche prospettano inquietanti collisioni con asteroidi e meteoriti, la Hack invita a riflettere su pericoli ben più reali, come l’effetto serra e la diminuzione dello strato di ozono. Al bando, dunque, gli isterismi millenaristici: “alzare gli occhi verso la volta stellata è ancora oggi un atto di coraggio intellettuale perché ampliando la conoscenza dei cieli comprendiamo meglio la nostra natura e impariamo a liberarci insieme da timorose superstizioni e da presuntuose speranze”.