La stagione delle ruspe

A pochi mesi dall’abbattimento dell’hotel Fuenti, l’albergo abusivo che dominava uno dei luoghi più suggestivi della Costiera amalfitana, le ruspe sono tornate al lavoro. Nei giorni scorsi, infatti, è iniziata l’ultima fase della demolizione di uno degli “ecomostri” d’Italia, Pizzo Sella. Si tratta della cosiddetta “Collina del disonore”, che con le sue centinaia di ville domina Palermo. Tutti edifici sorti all’ombra di scandali e investimenti miliardari nel 1978, quando la sorella di Michele Greco, il “papa della mafia”, e gli altri capi della malavita siciliana decisero di costruire lì le loro case.

Questo, sostiene il Governo, è il primo passo di quella che qualcuno già chiama la stagione delle ruspe. Infatti, nonostante siano state abbattute circa mille costruzioni abusive nei primi dieci mesi del ‘99 (più di tutte quelle demolite negli ultimi dieci anni), molti degli edifici illegali rimangono ancora in piedi. Per questo motivo, in cantiere ci sono molte iniziative. Hanno i giorni contati le seicento costruzioni della Valle dei Templi di Agrigento, per le quali il sindaco Calogero Sodano è sotto processo con l’accusa di averne favorito la realizzazione. Stessa sorte toccherà alle villette abusive della periferia romana che si trovano nel parco dell’Appia Antica, alla Caffarella e a La Storta.

Ma gli “ecomostri” non finiscono qui. In molte regioni, soprattutto del Mezzogiorno, l’abusivismo rimane ancora una vera e propria piaga. In Calabria, per esempio, la zona archeologica della Baia di Copanello a Stalettì è deturpata dalla presenza di costruzioni turistiche illegali. In Campania, invece, davanti alla Reggia di Caserta c’è addirittura lo scheletro di un fabbricato abusivo a tre piani, mentre in Puglia, in uno dei punti più panoramici del Gargano, sorge una scuola alberghiera progettata dall’architetto Paolo Portoghesi. E la lista è ancora lunghissima. Impossibile non citare il villaggio Coppola di “Pinetamare”: migliaia di appartamenti costruiti al confine tra Lazio e Campania, sulla spiaggia un tempo occupata da dune mobili e da una pineta di proprietà del demanio forestale e marittimo dello Stato. “E’ un paese di oltre 15 mila abitanti”, spiega Alberto Fiorillo, della direzione nazionale di Legambiente, “con tanto di chiesa, caserma dei carabinieri, porto e superstrada, inaccessibile e protetto da un servizio di polizia privata che controlla accessi e ordine pubblico”. Sono otto palazzi di dodici piani – per il 90 per cento abusivi – che si estendono su quattro chilometri, costruiti da Francesco e Cristoforo Coppola di Aversa di cui, dicono gli ambientalisti, le influenti amicizie politiche e internazionali sono ben documentate.

Ma perché solo ora gli organi competenti hanno deciso di contrastare questo fenomeno? Stando ai dati dell’ultimo rapporto “Paesaggio e Ambiente” del Ministero dei Beni Culturali, sono aumentate le segnalazioni fatte dai cittadini. Sembra quindi che la collaborazione tra Governo e italiani stia dando degli ottimi frutti. A frenare gli entusiasmi, però, ci pensa Italia Nostra (http://www.ipzs.it/italianostra), per cui l’ondata di denunce è dovuta soprattutto a una netta ripresa dell’abusivismo, in vista di un ipotetico terzo condono, dopo quelli voluti dai governi Craxi e Berlusconi. Inoltre c’è chi pensa che il problema sia proprio all’interno delle istituzioni. “Dobbiamo tenere gli occhi sempre ben aperti: temo i colpi di mano, le manovre nell’ombra per favorire l’abusivismo”, sostiene l’urbanista Vezio De Lucia, che quando era assessore al comune di Napoli fece demolire 400 fabbricati fuori legge. Insomma c’è ancora molto da fare.

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